Lavoro

“Giustizia troppo debole sulla morte di Luana”, sciopero Fiom

“Giustizia troppo debole sulla morte di Luana”, sciopero FiomLuana D'Orazio

Omicidi sul lavoro Stop di un'ora dei metalmeccanici di Firenze, Prato e Pistoia. "Riteniamo che il patteggiamento non renda pienamente giustizia per un atto gravissimo, che ha causato la morte della lavoratrice solo per aumentare il profitto di un'azienda". Protesta anche la Cgil di Prato: È una sentenza che rischia di non avere nessun effetto deterrente verso chi, per il profitto, è disposto ad eludere le cautele antinfortunistiche".

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 29 ottobre 2022

“In una vicenda così grave come quella di Luana D’Orazio sarebbe stato più opportuno il rinvio a giudizio”. Alle parole di Francesca Re David, segretaria confederale Cgil, è seguita ieri un’ora di sciopero della Fiom di Firenze, Prato e Pistoia. “Riteniamo che il patteggiamento non renda pienamente giustizia per un atto gravissimo – ha spiegato Daniele Calosi – che ha causato la morte della lavoratrice solo per aumentare il profitto di un’azienda. La sicurezza deve diventare pratica costante e diffusa in ogni fabbrica, in ogni ufficio, in ogni luogo”.
Per tanti la tragedia che ha visto perdere la vita la giovane mamma apprendista operaia, stritolata dagli ingranaggi di un orditoio in una ditta tesssile del pratese, richiedeva maggior durezza nella quantificazione delle pene per i titolari Luana Coppini e Antonio Faggi, condannati in abbreviato a due anni e a un anno e mezzo di reclusione con la condizionale, e a un risarcimento di oltre un milione di euro. Il segretario generale della Cgil di Prato, Lorenzo Pancini, è dello stesso avviso: “Anche se tecnicamente è tutto secondo norme e procedure, un sistema giudiziario non può prevedere pene infinitamente minori per la morte di una lavoratrice. È una sentenza che non rende piena giustizia a Luana e ai troppi morti sul lavoro, e che rischia di non avere nessun effetto deterrente verso chi, per il profitto, è disposto ad eludere le cautele antinfortunistiche”.
Solo sette giorni fa, all’iniziativa unitaria di Cgil Cisl Uil per la salute e la sicurezza sul lavoro, Maurizio Landini era stato chiaro: “Tre morti e più di duemila infortuni sul lavoro al giorno dimostrano che c’è troppa precarietà e pochi controlli, e che c’è bisogno di investire sulla sicurezza. E’ necessario creare una cultura di impresa in cui la sicurezza e la salute non siano più un costo ma un investimento”.

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