Giuli nomina la «sua» nuova commissione Cinema
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Giuli nomina la «sua» nuova commissione Cinema

Cultura Il neo ministro 'rivede' con una nuova lista di nomine il lavoro del precedessore Sangiuliano

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 25 settembre 2024

Lo aveva annunciato il giorno del suo insediamento che avrebbe rivisto le scelte in extremis del predecessore Sangiuliano sulla commissione Cinema – criticandone fra l’altro la poca attenzione alla parità di genere.

E come promesso, ecco che il neo ministro dalla Cultura Alessandro Giuli ha reso pubbliche le sue scelte ieri, in una strana coincidenza il giorno in cui Vermiglio di Maura Delpero è stato indicato per rappresentare l’Italia nella prossima corsa agli Oscar.

A testimoniare, se ce ne fosse bisogno, quanto sia delicato il lavoro di chi valuta i progetti per l’attribuzione dei contributi selettivi, e soprattutto quanto sia importante una legge cinema che non mortifichile produzioni nazionali nelle loro diversità.

Dei 15 nominati che rimarranno in carica due anni – con possibilità di rinnovo per altri due – sei sono appunto donne.

La composizione è piuttosto eterogenea.

C’è una rappresentanza de «Il Foglio» – testata alla quale Giuli ha collaborato – nelle figure di Selma Dell’Olio e Mariarosa Mancuso, alcuni «ritorni» – e un po’ di salotto tv – come Valerio Caprara e Stefano Zecchi – più docenti, operatori, critici fra cui Paolo Mereghetti.

Il punto però più che cercare chi è di destra – e ce ne sono – e chi no è che in questa commissione a parte pochi casi manca completamente un rapporto con la realtà del nostro cinema oggi, con chi ne scrive, chi fabbrica festival, persino chi è un riferimento nella «bolla» social.

Insomma chi ne fa parte criticamente e con consapevolezza, chi segue le cose non solo «mainstream» e prova a guardare il prisma e non la linea retta.

Vedremo cosa accadrà con la nuova legge, che certo non aiuta.

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