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Giù il Pse, su il Pd. Renzi verso il podio dei partiti perdenti

Giù il Pse, su il Pd. Renzi verso il podio dei partiti perdentiMatteo Renzi con il candidato presidente socialista Martin Shulz

Sondaggi militanti Poll Watch: i conservatori in rimonta. Merito dei polacchi. E di Hollande e del Pasok, i caduta libera

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 22 aprile 2014

La pace renziana è la sorpresa, per la verità ben poco sorprendente, dell’uovo di Pasqua democratico. Una pace scoppiata in un Pd ormai ventre a terra per vincere le elezioni di maggio, il miglior investimento per gli amici e i nemici interni del presidente del consiglio. La tregua, a stare alle confidenze dei dirigenti dem, non verrà increspata dalla discussione sul decreto Poletti, da oggi in aula a Montecitorio, sul quale la sinistra Pd ha ottenuto alcune delle correzioni chieste. Né dal varo del nuovo correntino dei Riformisti, il prossimo 28 aprile a Roma, il rilancio dell’area bersanian-lettiana, con innesti popolari e di altri rivoli di sinistra interna. Ma non dei giovani turchi, che hanno già lanciato la loro assemblea nazionale per giugno, durante la festa della rivista Left Wing (dal 10 al 14, ancora a Roma). Pace dunque, almeno fino al 25 maggio. Per poi riprendere la battaglia sull’Italicum. Ma a quel punto nel nuovo scenario disegnato dal voto europeo. Che però rischia di consegnare a Matteo Renzi la palma del miglior leader socialista (nel senso dell’appartenenza al Pse) di tutto il continente, in un quadro di sconfitta della famiglia europea.

La «notizia», si fa per dire, già circolata la scorsa settimana, ma è tornata ieri, complice la festività: un nuovo sondaggio dà il Ppe in rimonta sui socialdemocratici. Secondo Poll Watch i conservatori si attestano sul 29,6 per cento, contro il 27,8 del Pse, 222 seggi a 209. Un pugno di voti, a sei settimane dal voto. Per i curatori di Poll Watch il cambiamento, in controtendenza dalle prime rilevazioni, è dovuto all’aumento dei consensi dei conservatori polacchi, «forse legati ad insicurezza a causa della crisi in Ucraina». Stesso fenomeno in Austria, Bulgaria, Ungheria.
Ma non si tratta solo dell’est europa. I socialisti perdono colpi in Francia, dove il presidente Hollande è al suo minimo storico, e in Grecia, dove il Pasok rischia di scomparire.

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Nel quadro calante, spiccano i sondaggi positivi di Renzi, usati nel cortile italiano come una pervasiva arma di propaganda. Il Pd si appresterebbe a superare la Spd tedesca, diventando il primo partito di una famiglia di perdenti. Per Poll Watch, «la differenza tra i due gruppi è piccola» e il quadro pende ancora a favore dei socialisti. E questo perché fin qui il calo dei conservatori è stato netto: nel 2009 il Ppe si attestò al 35,8 per cento, con 274 eurodeputati. I socialisti invece sarebbero in crescita, passando dal 25,5 al 27,8, e portando i propri seggi da 195 a 209. Il Pd passerebbe da 23 a 29 seggi, contro i 26 della Spd tedesca, i 18 del Psoe spagnolo e i soli 14 dei socialisti francesi.

Si aggiudicherebbe invece terzo posto l’Alde, il gruppo dei liberali, con un presunto 8 per cento, posto però insidiato dalle sinistre che sostengono il greco Alexis Tsipras. Nella sinistra viene conteggiata anche la corsa dei verdi, che in Italia la Corte di Cassazione ha riammesso alla competizione (dalla quale erano stati esclusi dal ministero degli Interni), che ha riconosciuto il valore e la rappresentatività dei partiti europei anche senza la raccolta di firme (che da noi ha fatto solo la lista L’Altra Europa per Tsipras).
Ma i sondaggi, tanto più quelli europei, rischiano di essere spannometrici e poco attendibili rispetto all’Italia, perché non riescono a ’collocare’ il M5S, che non è collegato con altre liste continentali (Grillo ha spiegato che ci penserà dopo il voto). E ammettono di avere difficoltà a valutare la marea nera delle destre euroscettiche. Per non parlare dell’incognita del non voto.

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