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Giù dalla torre, i passaggi segreti di «Princess Arete»

Giù dalla torre, i passaggi segreti di «Princess Arete»Una scena da "Princess Arete"

Maboroshi Arete hime (Princess Arete), lungometraggio animato prodotto dallo Studio 4°C e diretto nel 2001 da Sunao Katabuchi. Il film è stato reso disponibile in alcuni paesi, fra cui l’Italia, fino al 17 aprile sul canale YouTube della stessa casa di produzione.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 aprile 2023

Se lo Studio Ghibli è forse la casa di produzione animata che più ha reso popolare in Giappone e nel resto del mondo le figure delle sue protagoniste femminili, è evidente e scontato che il filone è assai più ricco e variegato. Un notevole ed originale esempio è dato da Arete hime (Princess Arete), lungometraggio animato prodotto dallo Studio 4°C e diretto nel 2001 da Sunao Katabuchi. Il film è stato reso disponibile in alcuni paesi, fra cui l’Italia, fino al 17 aprile sul canale YouTube della stessa casa di produzione: https://www.youtube.com/watch?v=ANY5vkD7jkk.
Tratto da The Clever Princess, un romanzo con forte tinte femministe scritto da Diana Coles nel 1983, libro che ribalta molti dei topoi della letteratura fiabesca tradizionale, Princess Arete è ambientato in un epoca medioevale fantastica dove una giovanissima principessa, in forzata attesa di trovare il suo futuro sposo, è tenuta «prigioniera in un castello». Intraprendente e decisa a scoprire il mondo fuori dalla torre in cui è rinchiusa, la ragazza spesso riesce a sgattaiolare fuori dal castello per mischiarsi segretamente al popolo comune e vedere come vivono le persone comuni. Attraverso una serie di passaggi segreti la ragazzina riesce anche a entrare in possesso di misteriosi regali che i suoi adulti pretendenti le portano ogni volta in dono.
Un giorno fra questi innumerevoli pretendenti arriva nel villaggio uno stregone, Boak, che dopo aver trasformato Arete in una principessa più adulta, la rapisce e la porta nel suo diroccato castello dove la imprigiona.

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LA RAGAZZINA curiosa e irrispettosa viene mutata in una principessa più «tradizionale», più bella ma assolutamente priva di ambizioni e domata, una donna che corrisponde all’immagine femminile che gli uomini vogliono ed aspirano a conquistare, tanto per le sue caratteristiche fisiche, quanto per le ricchezze che un matrimonio con lei porterebbe. Durante questa prigionia «volontaria», la principessa incontra una donna del villaggio che le porta ogni giorno da mangiare e che la incita a svegliarsi da questa condizione di auto-sonnambulismo. La donna le suggerisce di provare a liberarsi attraverso il suo amore per i libri e le storie fantastiche, in questo frangente il film diventa quindi una sorta di spirale che gira e ritorna su se stessa, immaginando cosa lei stessa vorrebbe diventare in una favola di sua creazione.
La ragazzina curiosa e irrispettosa viene mutata in una principessa più «tradizionale», più bella ma assolutamente priva di ambizioni e domata

Magia e tecnologia si mescolano in un finale che rappresenta tanto un lieto fine tradizionale, quanto un forte stacco dall’andamento solito di questo tipo di fiabe. Stilisticamente Princess Arete è un lavoro realizzato con tinte pastellate, un tratto apparentemente semplice e con un ritmo ed una narrazione che si prendono il loro tempo, la parte centrale è volutamente «tediosa» in quanto riflette la condizione quasi di apnea della protagonista. Il lungometraggio conferma, a più di vent’anni di distanza dalla sua uscita, e forse il valore del film è aumentato con il passare degli anni, il talento unico di Katabuchi e del suo gruppo di lavoro. Per chi conosce In questo angolo di mondo, capolavoro del 2016, e la rielaborazione più estesa In questo angolo (e in altri angoli) di mondo, di tre anni successiva, il lavoro più celebrato e conosciuto di Katabuchi, Princess Arete sarà una conferma, per chi non conosce ancora l’autore giapponese, una scoperta.
Katabuchi sta lavorando al momento ad un nuovo lungometraggio animato ambientato nel periodo Heian (794-1185) durante una pandemia, il progetto è in lavorazione da ben prima che iniziasse la pandemia di Covid-19, con uscita prevista non prima del 2025.

matteo.boscarol@gmail.com

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