Come nelle migliori sceneggiature, per usare un linguaggio familiare alla Mostra del Cinema di Venezia, scopriamo in un breve flashback che il personaggio al quale pochi davano chance di successo, sorprendentemente ha rivelato il proprio talento a se stesso e al suo popolo. Le fatiche, però, non possono terminare con una vittoria, la peregrinazione è destinata a proseguire, così suggerirebbe Christopher Vogler, appunto, nel suo Viaggio dell’eroe. Nel compiere il percorso, l’impavido campione subisce qualche inattesa sconfitta e sembra perdere il legame con il mondo che, fino a quel punto, lo aveva sostenuto. Il passato ha lasciato in eredità più insidie che speranze.

Ora, la confusione tra tennis e cinema è totale. D’altro canto, da tanti anni, le vicende del Lido si incrociano con quelle degli US Open. E per il cinefilo che non vuole rinunciare alle sfide di New York, si fa dura contrastare connessioni che mollano l’utente sul più bello e orari sfavorevoli che costringono a poche ore di sonno. Eppure, in un modo o nell’altro, le gesta del Joker si sovrappongono o si alternano (a seconda dello stato mentale) a quelle di giocatrici e giocatori armati di semplici racchette.

JANNIK SINNER si è presentato nel quarto Slam della stagione apparentemente in difficoltà. La rinuncia alle Olimpiadi, il caso doping di Indian Wells e le polemiche che ne sono conseguite, un precario stato di forma e un paio di dolorose eliminazioni erano controbilanciate dalla sola vittoria del Mille di Cincinnati. Era perciò legittimo chiedersi fin dove si sarebbe potuto spingere sul cemento della Grande Mela. Dubbi ancor più leciti dopo l’esordio contro Mackenzie McDonald, con il tennista altoatesino che per un’ora abbondante sembrava aver letteralmente dimenticato le dimensioni della rete e del campo. Poi, pur con qualche incertezza, sono arrivate le vittorie. Per ultima, quella convincente con Daniil Medvedev che lo proietta per la prima volta nelle semifinali di Flushing Meadows.

UNA PARTITA dall’andamento irregolare terminata 6-2 1-6 6-1 6-4. La sensazione è che l’italiano non abbia mai perso il controllo del match. Ad ogni modo, se dovessimo cercare il cosiddetto turning point, la memoria non può che risalire al sesto e settimo gioco del quarto set. Prima Sinner ha difeso il proprio servizio salvando due palle break, poi Medvedev con tre errori ha ceduto la battuta. L’amico e coetaneo Jack Draper in semifinale ed eventualmente il vincente tra Frances Tiafoe e Taylor Fritz sono certamente antagonisti temibili. Detto ciò, l’attuale e futuro numero uno del mondo ha la concreta occasione di aggiudicarsi il secondo Major della sua giovane carriera. In attesa dell’incontro che si disputerà tra venerdì e sabato, per gli appassionati e per i cinefili, la notte (insonne) appena trascorsa, ha offerto il grande ritorno non dello Jedi, ma di Karolina Muchova capace, dopo una lunga assenza, di riconquistare le luci della ribalta. Il cammino, speriamo, continua.