Visioni

Giro del mondo alle Giornate degli autori

Giro del mondo alle Giornate degli autoriVinicio Marchioni in una scena de «Il contagio» di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini

Cinema Nella sezione parallela di Venezia 74 anche un documentario ritrovato di Ermanno Olmi girato nel 1968. Nel programma il film di Shirin Neshat sulla figura della leggendaria Oum Kalthoum

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 26 luglio 2017

Giorgio Gosetti delegato generale, Roberto Barzanti presidente, hanno illustrato il programma delle Giornate degli autori edizione 14 puntando sul concetto di «fuori dal coro». Come tradizione la Villa degli autori sarà il centro nevralgico della rassegna veneziana parallela che ospita un concorso (con Samira Makhmalbaf presidente di giuria), alcune proposte fuori competizione, la manifestazione europea 28 times cinema, la proposta Women’s Tales di Miu Miu.

La prima cosa che spicca è la massiccia presenza italiana. Solo in concorso sono tre i titoli made in Italy. Matteo Botrugno e Daniele Coluccini dopo Et in terra pax ritornano con una nuova proposta, Il contagio tratto dal romanzo di Walter Siti con un cast di attori noti proposti in chiave inconsueta. Vinicio Marchioni palestrato, marchettaro, sposato con Anna Foglietta e Vincenzo Salemme maturo omosessuale che lo paga, per una storia da scenario di borgata. Vincenzo Marra che non ha bisogno di presentazioni, presenta invece L’equilibrio in cui affronta la storia di due sacerdoti raccontati tra crisi e tutela della comunità attraverso il contrasto dei rifiuti tossici. Valentina Pedicini esordisce con Dove cadono le ombre dove rispolvera una terrificante storia di rapimenti di stato perpetrati nella vicina Svizzera ai danni delle famiglie e soprattutto dei bimbi jenisch, raccontando la vicenda di due donne anziane recluse in un istituto. Poi è giro del mondo con Candelaria di Johnny Hendrix Hinestroza a Cuba nel momento più duro dell’embargo.

Volubilis di Faouzi Bensaïdi ci porta invece a Meknès, l’antica capitale imperiale del Marocco, per raccontare contraddizioni contemporanee. Pengfei osserva la Cina periferica attraverso The Taste of Rice Flower. Con Samui Song Pen-ek Ratanaruang ci parla con ironia della borghesia thailandese. Kin Nguyen con Eye on Juliet narra una storia remota perché osservata da una persona che dovrebbe controllare un oleodotto mediorentale con un drone, ma si incuriosisce della vita di una ragazza.

Si svolge in Israele Ga’agua di Savi Gabizon in cui un uomo scopre tardivamente la sua paternità. E ancora ecco Looking for Oum Kulthum dell’artista iraniana Shirin Neshat che rilegge la storia della leggendaria cantante egiziana del titolo attraverso i problemi di una donna contemporanea. Per Women’s Tales Carmen di Chloe Sevigny prestata alla regia e (The [End) of History Illusion] di Celia Rowlson Hall. Dal Tribeca gemellato Thirst Street di Nathan Silver un amour fou non corrisposto salutato con entusiasmo a New York e ancora Agnelli di Nick Hooker che punta l’obiettivo straniero sulla famiglia e su Gianni, altro doc Getting Naked a Burlesque Story di James Lester con quattro protagonisti di questo genere di spettacolo.

Poi si torna in Italia con La legge del numero uno film carcerario di Alessandro D’Alatri, il documentario Il risoluto di Giovanni di Francesco che dà la parola a un ultraottantenne che da ragazzino quindicenne aveva militato nella X Mas fascista, I’m (endless like the space) di Anne Rita Ciccone, The Millionaire il noir corto firmato Claudio Santamaria con Sabrina Impacciatore e Peppe Servillo, il ripescato Il tentato suicidio nell’adolescenza di Ermanno Olmi (girato nel 1968 nei padiglioni del Policlinico di Milano) e infine si arriva in laguna con Raccontare Venezia di Wilma Labate che rilegge cinema e città su suggerimento di Irene Bignardi. Un giro del mondo in 10 giorni che promette sorprese. Bussola presso venice-days.com/

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