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Giovanni Caccamo, melodie contro l’alienazione

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Sanremo 65 Il cantante scoperto da Franco Battiato pubblica il suo primo album. «Dire che sono emozionato per questo lavoro è poco. C’è molta elettronica, a tratti Daft Punk e a tratti minimal di musica classica. Ho collaborato con della gente straordinaria».

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 febbraio 2015

L’ha rincorso parecchio questo Sanremo. E adesso che ci è arrivato, se lo gode per davvero. A Giovanni Caccamo, 24 anni, piacciono le sue prime fan, è entusiasta dell’attenzione che gli gira intorno e non vede l’ora che gli salga anche quel minimo di ansia pre palco «che poi si trasforma in energia e rende tutto magico». Ci ha messo un po’ ma l’entrata è quella dei grandi, non solo come interprete di Ritornerò da te, il suo brano per la kermesse, ma anche come autore della musica di quello di Malika. «è veramente fantastico rendersi conto che quell’orticello che vai coltivando con tanta passione e impegno si sta finalmente ampliando».

Ritornerò da te parla dello sconfiggere l’alienazione di cui siamo tutti circondati, impegnati come siamo a correre sempre «una volta mi sono fermato e ho ragionato seriamente sul fatto che dovremmo ritrovare noi stessi, prima di tutto. La cosa che mi aiuta di più, in questo, è la natura». Arrivato a Milano 6 anni fa per frequentare Architettura, Giovanni è un po’ un ragazzo prodigio. Se gli fosse andata male nella musica, aveva comunque già vinto una borsa di studio e una carriera da art director non gliela levava nessuno. Anzi, tutto il progetto grafico del sito e dell’album è suo. È andata bene e il suo disco Qui per te è uscito ieri, per Sugar. 11 tracce prodotte da Daniele Luppi, producer italiano con base a Los Angeles già dietro ai lavori di John Legend, Norah Jones, Mike Patton. Il mix è affidato a Kennie Takahashi che, tra gli altri, si è occupato anche dell’ultimo disco degli U2. «Dire che sono emozionato per questo lavoro è poco. C’è molta elettronica, a tratti Daft Punk e a tratti minimal di musica classica. Per esempio, il duetto con Battiato, è solo archi e voce. Ho collaborato con della gente straordinaria. Quando Daniele Luppi mi ha presentato Cameron Stone, il violoncellista, e mi ha detto che aveva suonato con Michael Jackson, con Bublè…beh, veramente mi è sembrato un sogno».

Si definisce un cantautore pop elettronico «perché tutte le mie canzoni nascono da una melodia piano-voce e perché l’elettronica rimane la parte divertente che, di volta in volta, viene cucita sul vestito dei brani». Il periodo in cui immaginava il suo futuro sudando sangue su Farfalle nello stomaco la sua prima autoproduzione, sembrano lontani ma in realtà non lo sono per niente. Eppure, tutto è cambiato. Cominciato per caso, dopo un appostamento durato 3 ore, a 40 gradi all’ombra, sulla spiaggia di Donnalucata, aspettando di agganciare Franco Battiato. Quello che adesso chiama «il mio mentore silente» allora lo scacciò quasi malamente, annoiato dall’ennesimo cd propostogli da un ragazzino, per poi ricontattarlo al pomeriggio lasciandogli un messaggio in segreteria «sono Franco, ho sentito l’album. Davvero molto buono. Ci vediamo domattina alle 11 in spiaggia».

E via. Da lì ha aperto addirittura i suoi concerti con Antony and the Johnsons. Nessun compromesso, per Giovanni. Nessun piano b da applicare in alternativa alla sua vocazione. «Sono rimasto orfano di mio papà a 11 anni. Qualche mese prima che ci lasciasse, per un cancro contro cui lottava da anni, vennero a trovarci due suore, ci si avvicinarono e dissero che la sofferenza che stava martoriando papà era un dono per la nostra famiglia. Negli anni, soffrii molto per quella frase. Adesso comprendo che mio padre mi ha davvero lasciato un regalo: capire che abbiamo in mano una figata pazzesca che è la vita, per la quale lui ha lottato tanto. E non dobbiamo arrivare a rischiare di perdere tutto per rendercene conto».Terminato Sanremo Giovanni partirà per un giro promozionale nelle Feltrinelli che proseguirà con 10 tappe a formula Live at Home e poi un tour nei teatri a primavera.

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