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Giovane rapido e low cost. Parte il Pd ’Vocazione Matteo’

Giovane rapido e low cost. Parte il Pd ’Vocazione Matteo’Matteo Renzi, segretario del Pd e sindaco di Firenze

Democrack Oggi a Milano l'assemblea nazionale si trasforma in una grande Leopolda. Renzi annuncia: noi niente soldi pubblici dal 2014. E al governo: la svolta entro gennaio

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 dicembre 2013

Il Pd non è andato alla Leopolda, ma la Leopolda va da Pd. Anzi da oggi il Pd si trasforma in una grande Leopolda: scenografia poco labour e molto visual, tempi contingentati (5 minuti a intervento come nell’happening fiorentino), area pupi (come sopra) e traduttore nella lingua dei segni. Al FieraMilanoCity stamattina dalle 10 andrà in scena la trasformazione dell’assemblea di rito old style bersanian-epifaniano nel nuovo Pd tendenza Renzi.

Al neosegretario, Letta – che ci sarà, ma non è certo che interverrà – ha scippato il ’botto’ dell’annuncio di un’iniziativa sul finanziamento pubblico dei partiti, primo round della sfida premier-leader che segnerà la politica di tutto il prossimo anno. Renzi incassa il colpo, e oggi spiegherà il suo tiepido apprezzamento per il decreto del governo. Ma farà più uno: annunciando la rinuncia alla tranche del 2014 dei soldi che dovrebbero andare al Pd. Dopodiché illustrerà la sua idea di partito autoriformato: badget francescani, spese online a tutti i livelli, attività incardinate sul lavoro degli amministratori e dei volontari più che dell’apparato (a Roma i 180 del Nazareno andranno in solidarietà).

Ma l’attenzione è tutta sulla legge elettorale. Una nuova legge ad impianto maggioritario, su cui anche Berlusconi potrebbe essere d’accordo, non è impensabile. Renzi chiede alla maggioranza «tempi certi». E a Letta, per i nuovi provvedimenti. La condizione è sempre quella: se il governo si muove in tempi rapidi può andare avanti. La dead line è gennaio. Se entro il primo mese del 2014 lo stagno delle larghe intese non si smuove, il piano A del neosegretario resta una legge elettorale con chi ci sta e poi il voto entro aprile.

In questi giorni Renzi vede il ’suo’ Pd crescere nei sondaggi. L’onda positiva delle primarie, per ora, va avanti. Il partito è tutto con lui. «L’opposizione interna è spappolata», ragiona chi gli sta vicino. Gianni Cuperlo ha accettato la presidenza dell’assemblea: non è una bandiera bianca, ma certo un passo verso la vocazione unitaria. I giovani turchi sono un ponte solido con quel 38 per cento di iscritti che non ha votato per lui. Civati è della partita del «rinnovamento». E per il voto anticipato lo spauracchio del semestre italiano di presidenza della Ue non fa impressione a Firenze: da un anno Renzi lavora sottotraccia a tessere rapporti con i leader europei. Sostituire all’ultimo momento Letta per lui non è un problema, spiegano i suoi.

Dopo il discorso di Renzi, l’investitura e l’elezione di Cuperlo e del nuovo tesoriere Francesco Bonifazi, i mille dell’assemblea – mai segretario ha avuto una maggioranza così imponente, 700 membri – voteranno la nuova direzione, altra bandiera del ’nuovo Pd a vocazione Matteo’. Ha 120 menbri, più quelli di diritto e 20 personalità indicate dal segretario. Anche qui maggioranza assoluta di renziani, 16 vicini a Civati e 22 d’area Cuperlo, che fino a ieri sera non aveva ancora deciso i suoi nomi. E anche qui il nuovo leader vuole dare un altro colpetto di rottamazione restringendo i membri di diritto. Ovvero asfaltando i notabili del partito.

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