Giornate uggiose con Fiorello «papa e cardinale»
Sanremo 68 La pioggia di lunedì ha lasciato un’aria fredda e raffiche di vento pronte a sferzare dal mare. Potrebbe essere un presagio per un festival su cui nessuno scommette troppo
Sanremo 68 La pioggia di lunedì ha lasciato un’aria fredda e raffiche di vento pronte a sferzare dal mare. Potrebbe essere un presagio per un festival su cui nessuno scommette troppo
A Sanremo la pioggia di lunedì ha lasciato un’aria fredda e raffiche di vento pronte a sferzare dal mare. Potrebbe essere un presagio per un festival su cui nessuno scommette troppo. L’edizione Conti – a livello di ascolti – sembra inarrivabile per un sessantottesimo festival che mette in prima linea la direzione artistica Baglioni che, coerentemente, parlando di musica e non di televisione, si tira indietro di fronte alla sfida. Al pepe ci può pensare la verve della Hunziker oppure la maestria di un Favino che qualunque cosa lo metti a fare la fa bene, però la gara è la gara. Chissà.
Il clima vagamente uggioso favorisce però la riflessione e in qualche modo la quiete. La passeggiata Imperatrice, via Matteotti e Sanremo tutta sono invase da gente cartellinata che pare essere molto a suo agio, trotterella serena in luoghi che gli sono ormai familiari e ancora non si è lasciata prendere dalla fregola della notizia a tutti i costi. E in attesa del raggio di sole previsto per oggi, al bar dell’Hotel Londra ci si gode la propria dose di caffeina sprofondati nelle poltroncine di velluto rosso, ammirando i fiori del giardino e l’orizzonte marino poco promettente con una perenne cantilena romanaccia in sottofondo. Questo ha scritto questo, splendida la canzone di quello, chissà che fine fa quello. Un po’ di veleno, visto che non c’è più l’eliminazione, bisognerà pur produrlo, pena l’asfissia per noia di una sala stampa composta dalla specie più pericolosa, gli intellettuali abituati a spacciarsi come tali che non vedono l’ora di un trenino di capodanno. Questo vale per tutti, ovviamente, nessuno si tira indietro al trash delle vanità, d’altra parte la vita è così noiosa, così turpe, anche quella di un giornalista.
A dare una botta di adrenalina ci pensa Fiorello con la sua visita a sorpresa al roof dell’Ariston: «Ho l’ansia da prestazione. Fortissima! Ce l’ho sempre ed è un problemino per chi fa questo mestiere». Fa le prove, con una sala stampa in adorazione, fa autoironia: «Nel ’95 ero Fedez, Ferragni e Belen tutti messi insieme, da solo. Mi davano non solo vincitore del ’95 ma anche del ’96. Arrivai quinto. E Pippo Baudo mi disse – e Fiorello imita il conduttore -: sei entrato papa, sei uscito cardinale». Una serata da cui fa intendere potrebbe dipendere un nuovo programma su Rai1: «Se va male me ne resterò per il resto della vita nel mio baretto sul web».
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