Visioni

Giornate degli autori, prospettive differenti su altri mondi

Peaches in «Peaches Goes Bananas» di Marie LosierPeaches in «Peaches Goes Bananas» di Marie Losier

Cinema Presentato il programma della sezione parallela, edizione numero 21, a Venezia dal 28 agosto all’8 settembre. Tra le proposte «Peaches goes Bananas» della regista francese Marie Losier

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 20 luglio 2024

Presentato il programma delle veneziane Giornate degli autori edizione numero 21. Per Gaia Furrer direttrice artistica: «Le protagoniste e i protagonisti dei nostri film sono spesso creature in bilico che camminano su un filo, talvolta per raggiungere la parte opposta o per lasciarsi alle spalle qualcosa, o perché dall’alto – fuori dal tempo e dallo spazio – le cose assumono prospettive differenti». E quest’idea è ripresa dal manifesto stesso dell’iniziativa. E allora non resta che fiondarsi nelle millanta proposte con ottima prevalenza di regie femminili (16 su 25). Come quella della francese Marie Losier che con Peaches Goes Bananas (evento speciale), ha pedinato per diciassette anni Peaches, ex insegnante che negli anni ’80 ha lasciato il Canada per trasferirsi a Berlino e divenire un’icona queer femminista come provocatrice della scena electropop (concerti sempre esauriti) trasformando il suo stesso corpo in opera d’arte. Tra i film del concorso merita attenzione preventiva Sanatorium Under the Sign of the Hourglass, opera terza dei gemelli londinesi Stephen e Timothy che si presentano come The Quay Brothers. Con la loro tecnica di animazione che sperimenta di tutto hanno già sedotto artisticamente Terry Gilliam e Christopher Nolan e il loro nuovo lavoro promette di condurre lo spettatore in un universo affascinante e inafferrabile in una sorta di «decomposizione del tempo» alla ricerca di un padre morto. Forse.

COME SEMPRE l’attenzione è puntata sui linguaggi e sull’innovazione, ma anche sulle storie, soprattutto quelle che provengono da zone meno fortunate quando non addirittura disastrate. Ecco allora Antikvariati di Rusudan Glurjidze dalla Georgia che attraverso un’apparente storia d’amore del 2006 racconta un autentico dramma epocale, quello della deportazione da parte del regime putiniano dei georgiani trapiantati a San Pietroburgo. Oppure l’opera prima, ce ne sono molte, di Shahab Fotouhi, giovane regista iraniana di Boomerang, anche lei impegnata a dipanare una inconsueta storia d’amore che in realtà disvela la complessa realtà della vita nella Teheran contemporanea con le speranze di cambiamenti che i giovani vorrebbero non fossero destinate solo a rimanere tali. E giusto per rimanere in Iran il giorno 3 verrà premiata Marjane Satrapi. Altro esordio Sugar Island di Johanné Gómez Terrero produzione Dominicana che ci porta sull’isola condivisa con Haiti per farci toccare con mano i drammi esistenziali di una giovanissima rimasta incinta, il duro lavoro nelle piantagioni da zucchero, e il riaffiorare di riti ancestrali chiamati Misteri. La tremenda quotidianità sudanese viene invece ricostruita in Soudan, souviens toi di Hind Meddeb che segue un gruppo di ventenni creativi e ricchi di speranze a fronte di un esercito che ha compiuto tremende stragi in Darfour e non ha esitato a reprimere nel sangue le proteste giovanili del 2019. Inevitabile il riferimento a quanto sta succedendo in Medio Oriente ecco quindi A Man Fell di Giovanni C. Lorusso che racconta le vicissitudini dell’ospedale di Sabra, campo profughi palestinese in territorio libanese, teatro a suo tempo di un orrendo massacro.

C’È SPAZIO per tutto nelle Giornate, comprese le Notti veneziane all’isola di Edipo, che quest’anno prevedono anche la presenza per alcuni giorni di Patti Smith per proiezioni di film, masterclass, incontri e una performance conclusiva con Stephan Crasneanscki del Soudwalk Collective. E ancora mostre: una dedicata a Franco Basaglia con foto di Gianni Berengo Gardin e Carla Cerati, un’altra dedicata a Andrea Purgatori, per lungo tempo animatore e anima delle Giornate, a un anno dalla prematura scomparsa. La consueta presenza di un paio di corti di Women’s Tales Project a cura di Miu Miu, la tradizionale preapertura con Bookciak che per l’occasione vede la presenza di Tahar Ben Jelloun.
Poi convegni, dibattiti, incontri, premi, quasi un contenitore onnicomprensivo sotto l’egida della rassegna parallela, patrocinata da Anac e associazione 100 autori, che avrà la sala Perla come riferimento per il concorso, in collaborazione con la Mostra del cinema, mentre la sala Laguna operativa da qualche anno ospiterà quasi tutte le altre iniziative.

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