Giornate degli autori, il cinema è metamorfosi
Festival Presentata l'edizione 2014 della sezione autonoma nella Mostra di Venezia. Inaugura Kim Ki-duk, nel programma Honoré e i Masbedo
Festival Presentata l'edizione 2014 della sezione autonoma nella Mostra di Venezia. Inaugura Kim Ki-duk, nel programma Honoré e i Masbedo
Cominciamo dai film italiani, e non per un improvviso attacco di « nazionalismo» (provincialismo?) ma perché per il cinema nostrano la Mostra del cinema di Venezia è da sempre l’appuntamento «it», il passaggio obbligato a cui non si può rinunciare. E questo anche se l’attesa costa magari la perdita di un altro festival, però: come dire di no a Venezia? Dei registi italiani che saranno in concorso al Lido quest’anno si parla con quasi certezza di Mario Martone e del suo Leopardi (Il giovane favoloso),di Francesco Munzi (Anime nere) e di Saverio Costanzo (Hungry Hearts). La conferma si avrà domani, giorno della conferenza stampa della Mostra diretta da Alberto Barbera, mentre è già sicuro – lo hanno annunciato nei giorni passati – che non ci saranno David Fincher (Gone Girl) e Paul Thomas Anderson (Inherent Vice) «dirottati» al New York Film Festival.
Ieri si è scoperto intanto il programma delle Giornate degli autori, la sezione indipendente – curata da Giorgio Gosetti – nata undici anni fa seguendo un po’ l’ispirazione della Quinzaine des Realisateurs cannois, che al Lido veneziano accoglie autori e festivalieri nella sua Villa puntando a una slow life davvero rara al festival.
Ed è nel suo cartellone che troviamo il nuovo film di Ivano De Matteo,autore del molto riuscito – anche e soprattutto per la sua ruvidità Gli equilibristi – che rilegge La cena di Herman Koch (molto liberamente) in I nostri ragazzi. Le vite all’opposto di due fratelli riunite da un gesto inconsulto compiuto dai loro figli (nel cast Alessandro Gassman e Luigi Lo Cascio).Ancora Italia con Felice Farina e il suo Patria, dal libro di Deaglio, un racconto più voci del nostro paese.
Insieme alla Mostra 71, le Giornate condividono l’evento speciale 9×10 Novanta, film collettivo di nove registi, appunto, tra cui Alice Rohrwacher, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Costanza Quatriglio, che ripercorrono la storia italiana attraverso gli archivi dell’Istituto Luce che compie novant’anni. Dalla guerra alle lotte delle donne alle canzoni.
Tra gli eventi speciali, anche The Show Mas Go On di Rä Martino, la storia dei magazzini Mas, Magazzini allo Statuto, divenuti poi magazzini del Popolo, a Piazza Vittorio, a Roma, divenuti nel tempo una specie di istituzione nel paesaggio culturale della capitale – irrinunciabili i pantaloni di velluto della mia adolescenza e le ghette antipioggia di un paio di anni fa.
Aprirà la sezione il nuovo film del Leone d’oro Kim Ki-duk One on One, sette sospettati del delitto e stupro di una studentessa terrorizzati dalla setta delle Ombre. Nelle note leggiamo che il regista coreano ha dichiarato che il film racconta il suo paese: «L’ho fatto perché qualcuno capisca, sennò non ha senso. Questo è ciò che siamo noi ora».
Come in ogni selezione annunciata, dove tutto è sulla carta, le scommesse sono aperte. Noi puntiamo su Christophe Honoré – il film era tra i titoli possibili allo scorso Festival di Cannes dove il regista francese è stato più volte, dall’esordio Dix-sept fois Cecile Cassard , in gara, Les Chansons d’amour– che rilegge Ovidio in Metamorphoses. E le Metamorfosi del poeta sembrano essere materia in sintonia con la sensibilità e lo sguardo di Honoré, artista che lavora sui passaggi del gender – penso al suo magnifico Homme au bain– interrogandone visualmente le forme e le declinazioni. Europa, una ragazza, scappa su un camion guidato da un ragazzo di nome Giove. Un viaggio iniziatico verso una terra abitata da chi sa trasformare gli uomini in piante e animali. Il ragazzo racconta storie sensuali nelle quali gli dei si fanno sedurre dai giovani mortali …
Immagini in movimento sono anche quelle dei Masbedo, coppia dell’arte con sconfinamenti nel cinema, bella sorpresa nella selezione con The Lack, da un soggetto originale di Beatrice Bulgari e Mitra Divshali, fotografia di Geherardo Gossi e Giuseppe Domingo Romano, montaggio e sound design di Benni Atria. Girato tra l’Islanda e Lisca Bianca – set di reminiscenza antonioniana – accorda quattro variazioni sul tema della «mancanza» rappresentata da sei personaggi femminili.
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