Giornate degli Autori fra corpi, storie e questioni di identità
Cinema Edizione numero 18 per la sezione parallela della Mostra del cinema, curata da Gaia Furrer. Il cartellone, dal 1 all’11 settembre, inaugura con «Welcome Venice» di Andrea Segre
Cinema Edizione numero 18 per la sezione parallela della Mostra del cinema, curata da Gaia Furrer. Il cartellone, dal 1 all’11 settembre, inaugura con «Welcome Venice» di Andrea Segre
Sono passati tanti anni da quando Le giornate degli autori, The Venice Days (1-11 settembre) sono approdate in laguna. E per questa edizione la manifestazione parallela che ha saputo conquistarsi spazio e credibilità è diventata maggiorenne. Edizione numero 18 quindi, con Gaia Furrer che da qualche tempo è subentrata come comandante a stabilire la rotta per inseguire le curiosità da grande schermo. E per l’occasione dichiara: «Con l’età adulta arriva una nuova, embrionale consapevolezza. È un anno di trasformazioni e nuove responsabilità, di distacchi e promesse a venire, di affrancamento dai modelli esistenti e ricerca di una voce propria. È l’anno dei primi bilanci, delle prime fragili o radicali scelte di campo, dei corpi in mutazione. È l’anno in cui ci si domanda quale sia il senso di tutto. Ed è proprio questa domanda che, al termine del processo di selezione, ci è venuta da attribuire, come una chiave di lettura sottotraccia, ai registi dei film scelti. Le autrici e gli autori dei film in concorso ci immergono in storie i cui protagonisti non fanno che chiedersi, più o meno esplicitamente: Chi sono? Mi riconosco in quello che credo di essere? Sono a mio agio con la vita che ho scelto? La questione dell’identità è centrale in tutti i film della selezione. Ciascuno dei dodici autori che hanno firmato i dieci film in concorso (due le co-regie) ci ha teso la mano per accompagnarci in un viaggio alla ricerca di sé».
E SARÀ SORPRENDENTE scoprire quel che si nasconde dietro i titoli del concorso che si contenderanno il premio assegnato da una giuria capitanata da due registe-produttrici bulgare, Mila Mileva e Vesela Kazakova, denominate «duo demoniaco» da un parlamentare del loro paese, giusto per sottolineare la combattività e l’attivismo che le contraddistingue. Tra i titoli proposti fuori concorso si impone Senza fine di Elisa Fuksas che ha saputo portare Ornella Vanoni in una località termale fuori dal tempo per rivelare «l’energia, il carattere, la musica, le sue bizze da diva che costringono la troupe a fermarsi più volte», il tutto accompagnato da immagini di grande suggestione e dalla presenza degli amici musicisti.
Molte sono poi le dediche e gli omaggi previsti. A partire dalla nuova sala Laguna, già sala parrocchiale di S. Antonio del Lido, ora dedicata alla regista Valentina «Zucco» Pedicini, recentemente e precocemente scomparsa. Uno spazio che ritrova un nuovo nome e una nuova veste nel proporre i film delle Notti veneziane realizzate in collaborazione con Isola Edipo, quindi con Silvia Jop che per questa occasione ha affiancato Gaia Furrer. In preapertura ecco Il mondo a scatti di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli, mentre il film inaugurale sarà Welcome Venice di Andrea Segre. Ma i Venice Days ricordano anche Libero De Rienzo (una giornata dedicata il 6 settembre), Federico Fellini psicanalizzato, Hugo Pratt pedinato in Argentina, Umberto Contarello sceneggiatore che riversa fiumi di parole, e Daniele Segre che omaggia un grande come Tonino De Bernardi, mentre Citto Maselli viene festeggiato per il suo lavoro come regista e come operatore culturale. Poi gli appuntamenti tradizionali con il premio europeo Lux e le proposte al femminile di Miu Miu.
TRA LE CURIOSITÀ di questa edizione la mostra Ritratti di cinema: Antonietta De Lillo fotografa la Mostra, una galleria di scatti che da giovanissima free lance immortalò durante le mostre del 1981 1982 durante l’indimenticabile gestione Lizzani con Enzo Ungari fiancheggiatore, che saranno visibili sia in sala Laguna che al Palazzo del cinema.
Unica nota nostalgica la Villa degli autori sul lungomare, considerata uno degli spazi più simpaticamente conviviali del Lido, non sarà più aperta ai giornalisti e al pubblico. Ecco allora un nuovo spazio incontri, già denominato «giardino segreto delle Giornate» perché come sottolinea il manifesto dell’iniziativa «abbiamo lasciato il nido» e quello nuovo dovrà conquistarsi il gradimento dei festivalieri.
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