L’esclusione di Carlo Rovelli dalla Fiera di Francoforte come rappresentante dell’Italia, poi annullata dopo le proteste di tanti intellettuali, non ha scandalizzato solo il mondo letterario. Anche un illustre collega di Rovelli come Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, appare sconcertato da un episodio che ha ricordato da vicino un tentativo di censura.

Professore Parisi, cosa ne pensa dell’esclusione di Rovelli da una manifestazione letteraria per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina, poi rientrata in extremis?
Non mi era piaciuta per molte ragioni. Innanzitutto, secondo me sarebbe stato un grosso danno per l’Italia. Carlo Rovelli era stato scelto per parlare a ragion veduta, in virtù del suo prestigio. Dunque, escluderlo certamente avrebbe danneggiato la nostra posizione a Francoforte. E poi avrebbe rappresentato una figuraccia colossale sul piano internazionale, perché assomiglia troppo a un’azione di forza. Un invitato alla fiera prende una posizione in disaccordo con il governo e il suo intervento viene cancellato? Sarebbe stato naturale pensare alla censura e certamente così sarebbe stata percepita all’estero.

La lettera di Levi che escludeva Rovelli racconta un clima non proprio sereno tra politica e cultura. Si rischia così tanto a schierarsi in modo diverso da quello del governo?
In effetti, nel dibattito sulla guerra della Russia contro l’Ucraina assistiamo a delle rigidità a cui non si assisteva nemmeno durante la Guerra Fredda. Dopo l’invasione dell’Ungheria o i carri armati a Praga a sinistra e a destra c’erano opinioni di ogni tipo. Ma gli intellettuali dicevano e scrivevano quello che volevano senza subire censure.

A suo avviso, in questo incidente ha avuto più responsabilità il governo o il conformismo della nostra industria culturale desiderosa di non disturbare il manovratore?
È difficile distinguere dove finisca l’una e inizi l’altro. Ma nella lettera di Levi ho notato una frase che mi ha colpito. Levi scrive: «non le nascondo la speranza che il mio paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale». Cosa vuol dire? Significa forse che la presenza al massimo livello istituzionale è ancora incerta? A pensar male, si potrebbe pensare che il governo avrebbe potuto non partecipare alla Fiera a causa della presenza di Rovelli. Ma le polemiche per la sua assenza sarebbero state persino più forti rispetto a quelle generate dalla sua presenza.

Rovelli si era detto escluso dalla Fiera di Francoforte a causa del suo intervento al concerto del primo maggio. Cosa ne pensa?
Avevo ascoltato il suo intervento. Devo dire che su alcune cose che ha detto mi trovo d’accordo con lui. Con altre no.
Anche lei si è spesso esposto, partecipando al dibattito pubblico senza risparmiare critiche a questo o a quel governo.

Le è mai successo di essere azzittito per le sue posizioni politiche?
Non mi pare. Certo non mi è mai capitata alcuna censura paragonabile a quella minacciata contro Rovelli.