A due anni dall’ultimo lavoro, Non tutto è dei corpi, Giorgio Luzzi torna con una nuova raccolta, Forme della notte, (Carabba, pp. 121, euro 14,00), dove, se «forme» include sia i temi che la forma poetica, il secondo termine rende ora esplicita la meditazione sull’appressamento della morte. La genesi ispirativa si concentra ancor più sulla spina esistenziale dell’io poetante, cui per più di un componimento fa da specchio la recente scomparsa di Bruno, amico conterraneo, già direttore del museo di Tirano, mentre qua e là la pagina torna sul torpore delle sette serali come a oscura vigilia. La contiguità con...