L’intelligenza? la seduzione? l’astuzia? l’ipnosi? quali i talenti segreti che servono a una donna per primeggiare in ambienti maschilisti e guadagnarsi la stima di Serena Dandini? Dipende dalle donne che com’è noto sono una diversa dall’altra, e dipende dagli ambienti maschilisti che non sono tutti uguali. Quello del partito comunista italiano degli anni ‘40, ‘50 e ‘60 per esempio, era un maschilismo di stampo stalinista ma questo non impedì a Nilde Iotti di primeggiare prima come partigiana, poi come deputata e infine come Presidente della Camera; come fece? era tosta e aveva buon senso. Più o meno in quegli stessi anni primeggiò, in un territorio al tempo super-maschilista come l’Irpinia, tal Leonarda Cianciulli le cui doti erano il pelo sullo stomaco, la destrezza nell’uso delle armi bianche e tantissimo amore per il pulito: non a caso la donna diverrà nota come «la saponatrice di Correggio». Andando indietro, penso a Lucrezia Borgia nata e cresciuta in un’epoca dove i Papi erano dotati di potere temporale e sessuale per cui comandavano e fottevano; ma più della seduzione la sua arma fu quella di essere servizievole: Lucrezia il veleno alle sue vittime lo serviva a tavola personalmente.

Ma torniamo al XX secolo che vede Moira Orfei -dopo anni a spalare cacca di cavalli e di leoni in un ambiente macho come quello del circo- riuscire addirittura a imporre il suo nome alla ditta, grazie alla sua grinta come domatrice di elefanti e alla sua dolcezza come addestratrice di colombe; e poi Samantha Cristoforetti prima donna a dirigere una Stazione Spaziale Internazionale: forse non tutti sanno che quello degli astronauti è ambiente non solo maschilista ma pure assai antifemminista, perché si sa… gli astronauti a furia di star da soli tra di loro, alla fine fanno come fanno i marinai; niente di strano quindi che dalla guerriera Samanta -che prima dell’astronauta era appunto pilota di guerra- si siano tutti lasciati dominare.
Ed eccoci alla Meloni: il segreto del suo successo? il menefreghismo ereditato dal «me ne frego» di mussoliniana memoria, ma poi da lei rielaborato: Fini rinnegava il fascismo a lei caro? «me ne frego» e faccio carriera; Berlusconi trattava lei e tutte le giovani donne della sua corte come minus habens? «me ne frego» e faccio il suo ministro per la Gioventù senza portafoglio; Al Sisi mi vende il gas? «me ne frego» del caso Regeni e gli vendo le armi. Sostiene Dandini che l’esempio di Giorgia apre un mondo alle bambine, vedremo. Al momento lo apre agli orchi.