Si è aperta al teatro Belli, come accade da diversi anni, la nuova stagione di Trend, da sempre un’occasione preziosa per conoscere, e spesso scoprire, quanto di nuovo cresce o si affaccia nella drammaturgia anglosassone. Merito di Rodolfo di Giammarco, il curatore che ogni anno fruga, dal festival di Edimburgo in giù (magari fino al West End londinese) in quel panorama teatrale che è riferimento mondiale. L’apertura della rassegna è toccata a Lucilla Lupaioli e alla sua compagnia, che hanno portato in scena un testo di Nathan Ellis, Wide beyond. E «ben oltre» davvero va il rapporto tra fratello e sorella che si rivedono dopo un po’ di tempo, lei sfiorita dalla fatica per quanto puntuta per carattere ed esperienze, lui «morbidone» ma rafforzato da un compagno sicuro e dal vivere spesso oltreoceano per lavoro. Lei si cura della anziana madre, di cui si sentono solo tosse e lamenti provenienti dal piano di sopra, cui la figlia oppone una rigida amministrazione della sopravvivenza. Il corso della pièce è una sorta di slalom tra i sentimenti contrastanti dei due, lui che vorrebbe adottare col suo compagno un figlio, lei che amministra la propria figlia in un equilibrio incerto tra rigidità e tensione. Il gioco di ruolo tra fratello e sorella (interpreti Alessandro Di Marco e Martina Montini) procede per continui spiazzamenti, tra buoni sentimenti e piccole tragressioni, da cui escono netti i due caratteri, le loro insicurezze e i sogni repressi. Non c’è attracco salvifico in quel fiume di parole, soverchiato da una comune condanna all’infelicità.