Ci sono libri costruiti intorno a un’assenza, e spesso sono quelli che, dopo averli chiusi, lasciano in noi tracce più durature. Nell’introduzione all’edizione di Queer del 1985, Burroughs scrive di essere giunto a una conclusione terrificante, ossia che senza la morte della moglie, Joan Vollmer – da lui accidentalmente uccisa con un colpo di pistola, nel 1951, in un desolato appartamento di Città del Messico – non sarebbe mai diventato uno scrittore. Da sempre consapevole di soggiacere alla minaccia di essere posseduto e con il bisogno costante di sfuggire «al Controllo», la morte della moglie lo mise in contatto con...