Che Gilberto Sacerdoti (Padova 1952), il nostro maggior scespiriano, sia anche – per me forse soprattutto – poeta in proprio, l’ho scoperto, una trentina d’anni fa, nell’originale antologia di Plinio Perilli: Storia dell’arte italiana in poesia (Sansoni 1990). È lì che sono inciampato per la prima volta in quel meraviglioso endecasillabo – «Non si era ancora visto tanto Maggio» – che da allora ad ogni nuovo maggio mi ritorna in mente; e ne cerco conferma nell’aria e nella luce. È l’ultimo verso della poesia Bellini – la prima di un dittico. È assai breve, la trascrivo tutta: «Giovanni Bellini, /...