Niente didascalie, niente pannelli esplicativi, niente supporti per le sculture, tutte disposte a terra: un effetto felicemente spaesante accoglie il visitatore alla mostra che la Galleria d’arte moderna di Torino dedica, fino al 17 marzo, a Gianni Caravaggio. L’unica strumento in dotazione è un essenzialissimo pieghevole che serve da bussola per muoversi tra le opere. Le luci dall’alto sono puntate sulle sole sculture per illuminarle, spiega la curatrice Elena Volpato, «come apici di costellazioni disegnate da invisibili linee di congiunzione». Le opere disseminate nello spazio quasi si trattasse di meteoriti piovuti dal cielo appaiono come le lettere del primo alfabeto...