Internazionale

Giamaica, il poliziotto uccide sempre due volte

Giamaica, il poliziotto uccide sempre due volte – Flavio Bacchetta

Abusi giudiziari La patria di Bob Marley è ai vertici nei Caraibi per gli omicidi perpetrati dalla polizia, che rimangono per lo più impuniti. Una media di 300/400 l’anno, su una popolazione inferiore ai tre milioni. In questi giorni emerge che uno degli agenti implicati aveva già ucciso in precedenza, rimanendo però in regolare servizio. E ripetendosi tre anni dopo

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 2 settembre 2015
Flavio BacchettaSPANISH TOWN

Quando il caporale Malica Reid, a capo di una pattuglia, bussò, alle prime luci dell’alba del 21 dicembre 2007, alla porta di Malcolm Snr, la famigliola era a letto. Il padre assonnato aperse, e fu subito spinto fuori insieme alla nuora. Gli agenti entrarono nella camera del figlio, Malcolm Jnr, 20 anni, malmenandolo in seguito alle sue proteste. La perquisizione illegale continuò, fino a quando Malcolm Snr. venne richiamato all’interno. Dopo alcuni minuti, si udirono alcuni spari; i cadaveri di padre e figlio furono gettati sulla jeep, e portati via.

DPP (il Dipartimento che indaga sugli abusi giudiziari) si distinse subito per inefficienza, facendo slittare l’inchiesta di Corte in Corte fino al 2011, quando finalmente il procedimento preliminare iniziò. Nel frattempo Malica Reid, sebbene inchiodato da svariate testimonianze come l’esecutore materiale del duplice omicidio, rimase libero sotto cauzione, e in servizio attivo.

Neanche tre anni dopo, novembre 2010, costui entrò nel retro di un piccolo hotel di proprietà italiana, a Negril, intimando a Mickey Hill, operatore turistico, fedina penale immacolata, di esporre il contenuto della spesa. Mentre il ragazzo eseguiva l’ordine, il serial killer in uniforme lo freddò, sparandogli svariati colpi a bruciapelo, incurante di essere osservato dai fratelli della vittima e da alcuni turisti italiani.

La neonata Indecom, l’agenzia indipendente che indaga ora sui crimini di polizia ed esercito, cercò di portare l’uomo, recidivo per omicidio volontario, a un processo per direttissima, ma fu bloccata da Paula Llewellyn, Direttrice DPP, la quale asserì che la novella agenzia non aveva l’autorità di portare casi in Corte.

Questa faccenda si sta trascinando alle calende greche, e la data del trial non è stata ancora fissata, anche per via del fatto che la famiglia di Mickey, sposato con una cittadina americana, e imparentato con i gestori italiani dell’hotel, ha perso l’assistenza legale gratuita garantita da Jamaicans for Justice, l’Ong locale, alla quale di recente è stato tolto lo status di associazione benefica.

Finalmente il 28 agosto 2015 è stata formalizzata al poliziotto, dalla Coroner’s Court di Kingston, l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato, relativo al primo caso del 2007. Anche i soldati che erano con lui, hanno convenuto che la presenza di armi in casa dei defunti, era una menzogna inventata di sana pianta dall’accusato. Ci sono voluti otto anni, solo per formalizzare un’accusa.

Il caporale, grazie alle coperture di JCF (Jamaica Constabulary Force, la polizia) e ai rimandi di DPP, è potuto rimanere a piede libero, in servizio operativo, e uccidere ancora.

Alcune constatazioni: Indecom ha ottenuto diversi risultati in pochi anni di attività, giungendo a far incriminare ben 13 poliziotti-killer. Nessuno di questi, tranne il detective Kevin Adams, un omicida seriale, a capo delle squadre della morte di Clarendon, (autore materiale di ben nove assassinii) è dietro le sbarre. Malica, al momento in cui scrivo, è ancora on duty! Paula Llewellyn, intervistata da noi lo scorso anno, continua a rallentare anche casi evidenti, come questo delle death squadsLa sua rivalità con Indecom, rischia di minare una giustizia già di per sé lenta e farraginosa.

I casi di Malcolm Snr & Jnr. e Mickey Hill, sono stati portati nel 2012 dal prof. Cesare Romano, italiano, giurista e relatore internazionale, davanti alla Commissione Americana per i Diritti Umani; eppure nulla si muove.

Il governo giamaicano continua a ricevere sovvenzioni e donazioni, sia da Ong, che da USA e UE. La Cina investe quaggiù a rotta di collo. Però si sa, non è certo quest’ultima, paladina per eccellenza dei diritti violati.

Se si volesse realmente correggere le storture di una classe dirigente di un Paese in via di sviluppo, che aldilà di una democrazia fittizia, continua imperterrita a calpestare i cittadini più deboli, basterebbe colpirla sul suo lato più sensibile, quello del portafogli. La minaccia, seppur velata, di sospendere investimenti e contributi, potrebbe sortire effetti miracolosi.

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