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Ghanese ammazzato di botte a Pomigliano, fermati due sedicenni

Ghanese ammazzato di botte a Pomigliano, fermati due sedicenniPomigliano d'Arco, la panchina del clochard ucciso – Ansa

La violenza I minori sono indiziati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. I carabinieri sono risaliti a loro attraverso le immagini delle telecamere, le riprese li mostrano mentre infieriscono sull'uomo inerme a terra

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 giugno 2023

Sarebbero due sedicenni gli autori del pestaggio che ha portato alla morte Friederick Akwasi Adofo, il 43enne ghanese senza fissa dimora ucciso a Pomigliano d’Arco (in provincia di Napoli). I carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni: i due, che farebbero parte di una gang, sono sospettati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Domenica notte le telecamere hanno ripreso la violenta aggressione, improvvisa e immotivata: Adofo era da solo sulla strada, i sedicenni l’hanno colpito al volto e, una volta a terra, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte alla testa, quando era immobile sul selciato.

L’uomo è poi riuscito a trascinarsi per pochi metri nel cortile di un palazzo dove, ore dopo, un residente l’ha trovato allertando il 118. All’ospedale di Nola il decesso per un grave trauma cranico ed emorragia cerebrale. L’analisi dei video delle telecamere ha permesso di ricostruire il percorso degli aggressori ottenendo l’immagine dei volti. Il raffronto con i profili social, dove postavano video di violenza, foto di coltelli e bastoni retrattili, ha fornito la conferma della loro identità. Indumenti simili a quelli ripresi dalla videosorveglianza domenica notte sono stati trovati nelle abitazioni perquisite. Secondo quanto trapela, i genitori e un fratello di uno dei fermati sono attualmente detenuti.

Adofo era già stato preso di mira, nonostante fosse benvoluto dagli abitanti della zona dove passava le giornate, vicino al supermercato di via Principe di Piemonte. A dicembre un episodio grave: ancora dei ragazzi gli avevano spaccato la testa. «Il fatto che siano stati due 16enni a compiere questo atto è una tragedia nella tragedia – il commento del consigliere di minoranza di Rinascita, Vito Fiacco -. Dobbiamo iniziare a ragionare sulle iniziative sociali, culturali ed educative da mettere in campo, partendo dalle famiglie e arrivando alle scuole e istituzioni».

Arrivato a Pomigliano nel 2012, in una delle tante ondate migratorie, con una cinquantina di migranti era stato portato nell’ex hotel Valleverde, aveva fatto richiesta per la protezione internazionale e preso la licenza media. Poi, fuori dal sistema di accoglienza, era finito per strada: si arrangiava chiedendo l’elemosina, dando una mano con le buste della spesa. «Quella di Friederick è una vita emblematica: avrebbe dovuto ricevere accoglienza in un centro e seguire un percorso di inclusione invece è stato abbandonato, finché un gruppo di ragazzi l’ha ammazzato di botte. Questo è il clima che ormai si respira nel Paese – spiega Abdel El Mir del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli -. Entrato in Italia come richiedente protezione internazionale, si è trovata a vivere come senza fissa dimora. È quello che sta succedendo a decine di migliaia di rifugiati oggi: vengono smistati in questi mega centri e poi abbandonati al loro destino. Non è un caso che nelle Gallerie a Napoli ci siano persone che dormono tutte le notti».

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