Economia

Germania: infrazione per troppo export

Germania: infrazione per troppo exportFabbrica di Bmw – Reuters

Bruxelles mette Berlino sotto esame Per la Commissione, l'eccedente commerciale del 7% crea disequilibrio e danneggia i partner. Venerdi' da Bruxelles il "parere" sulle finanziarie dei paesi dell'eurozona (all'esame prima del voto dei parlamenti nazionali)

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 14 novembre 2013

 

La Commissione ha aperto ieri una procedura di “esame approfondito” della situazione economica della Germania, accusata da Bruxelles, dopo l’Fmi e il Tesoro Usa, di avere eccessivi eccedenti commerciali. La Germania, difatti, da anni accumula eccedenti nella bilancia commerciale, pari anche quest’anno, come l’anno scorso, al 7% del pil, cioè al di sopra della soglia del 6% stabilita da Bruxelles. Si tratta di un eccedente a livelli “cinesi”. Per Olli Rehn, vice-presidente della Commissione e commissario agli affari monetari, l’eccedente tedesco crea un disequilibrio macroeconomico nella zona euro. “Nessuno vuole criticare i successi delle imprese tedesche nella concorrenza mondiale – ha precisato Rehn – si tratta piuttosto di controllarne l’evoluzione che potrebbe mettere in pericolo il proseguimento di questo successo”. In altri termini, Rehn sottolinea che un eccedente in un paese significa deficit negli altri: con la politica mercantilistica in atto, la Germania, tenendo bassi i salari e non rilanciando la domanda interna, “assorbe” domanda dai paesi deficitari. E’ la prima volta che la Germania si trova in posizione di essere “sotto esame”, accanto a una dozzina di paesi, tra cui Italia, Francia e Gran Bretagna, che da due anni sono sotto controllo, ma per mancanza di competitività.

Venerdi’, la Commissione renderà noto il giudizio sulle finanziarie di 13 paesi della zona euro (non sono implicati i quattro che beneficiano dei programmi di assistenza macroeconomica, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda). E’ ormai la regola del cosiddetto “semestre europeo”, che dà alla Commissione il privilegio di giudicare se le finanziarie dei paesi dell’euro sono conformi al patto di stabilità. Questa misura era stata voluta dalla Germania nel 2011, per accettare il programma di aiuti alla Grecia. La Commissione puo’ respingere una finanziaria giudicata non conforme, ancora prima che sia stata votata dai rispettivi parlamenti nazionali, una misura che fa discutere perché puo’ essere considerata un vincolo alla democrazia. Il potere di controllo di Bruxelles sarà ancora accresciuto con l’entrata in vigore del Fiscal Compact, il 1° gennaio 2014. Inoltre, la Commissione ha il potere di infliggere “sanzioni” a chi non rispetta i parametri di Maastricht, soprattutto sui deficit eccessivi. Finora, non ci sono state punizioni, il Belgio le ha sfiorate, e prossimamente la mannaia potrebbe cadere su Spagna e Slovenia. Il meccanismo d’allerta a cui è ora sottoposta anche la Germania sarà esaminato nei dettagli al prossimo Consiglio europeo del 19-20 dicembre. Olli Rehn si è avventurato su un terreno molto scivoloso. Lo scopo è di venire incontro ai paesi in difficoltà, dove cresce la sfida verso le regole di Bruxelles e l’austerità, di cui tutti accusano Berlino. C’è paura che alle prossime europee ci sia un’impennata dei partiti anti-europei. Ma le critiche alla Germania potrebbero avere lo stesso effetto: anche se non ha superato lo sbarramento alle ultime legislative, Afd (Alternativ für Deutschland) fa campagna contro l’Europa.

 

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