Germania, Bosbach non si adegua: «Aiuti ad Atene sbagliati»
Germania Cresce la fronda Cdu contro Angela Merkel
Germania Cresce la fronda Cdu contro Angela Merkel
Ancora «smottamenti» nel campo della Cdu dopo il sì del Bundestag il 17 luglio al nuovo pacchetto di aiuti europei (86 miliardi) ad Atene.
Il nuovo problema per Angela Merkel si chiama Wolfgang Bosbach, 63 anni, presidente della commissione interni in Parlamento. È uno tra i 60 dissidenti dell’Unione che hanno votato in aula contro il «salvataggio» della Grecia.
Due giorni fa il deputato ha confermato le dimissioni dall’organo che presiede fin dal 2009, ricordando le ragioni di un’«obiezione di coscienza» che aveva già annunciato fin da metà giugno sulla rete Ard.
«Con il terzo pacchetto di aiuti alla Grecia si procede a grandi passi verso una vera e propria transfer-union: non è il percorso che voglio né posso seguire e non per testardaggine, ma per convinzione. Per questo rimetterò il mandato di presidente della commissione interni e rimarrò al Bundestag come semplice deputato nella Cdu» spiega Bosbach nel corso della conferenza stampa convocata d’urgenza a Bergisch-Gladbach, nel distretto di Colonia.
Un’iniziativa che era stata preceduta (secondo la ricostruzione del quotidiano Bild) da un frenetico giro di telefonate con i piani alti del partito.
È l’epilogo di un’opposizione interna alla linea-Merkel conclamata ben prima del conto delle urne, che ora sfocia in aperta protesta con l’abbandono del seggio nella Innenausschuss, effettivo a partire dal 22 settembre.
Alla base, naturalmente e soprattutto, una questione di bacino elettorale (il suo nella Cdu) che sembra non aver digerito la «collaborazione» di Bosbach con la linea «morbida» imposta dalla cancelliera.
«Molti cittadini mi hanno votato soltanto per la mia posizione sulla crisi dell’euro: rimarrebbero delusi» ammette l’ex vice presidente dell’Unione al Bundestag (dal 2000 al 2009) che siede in Parlamento da più di un ventennio. E Bosbach vanta una militanza nelle file della Cdu da ben 40 anni.
Un altro «disobbediente» eccellente, abituato a confrontarsi a viso aperto (anche con il cancro alla prostata che lo attacca dal 2010) e a trarre le dovute «conseguenze politiche» nella guerra intestina ai conservatori tedeschi, ormai sempre più evidente.
Proprio come l’ex deputato Csu dell’Unione Peter Gauweiler che ha lasciato il Bundestag il 31 marzo per protestare sempre contro gli aiuti ad Atene e – ricorda ancora il quotidiano del gruppo Springer, «megafono» e termometro della galassia democristiana – allo stesso modo di Axel Weber, ex presidente della Bundesbank che abbandonò la carica nel febbraio 2011.
Numeri primi che impensieriscono la cancelliera fino a un certo punto, comunque non tali da minare seriamente la tenuta numerica dell’Unione.
In ogni caso, il mezzo passo indietro di Bosbach restituisce l’ennesima scossa di assestamento del terremoto politico che investe i cristiano-democratici tedeschi e che ha già registrato – tra gli altri – la defezione di Klaus Peter Willsch della Cdu (che alle elezioni europee nel 2014 immaginava un «asse» con Alternative für Deuschland) e di Peter Ramsauer della Csu, già ministro dei trasporti nel secondo governo Merkel, anche lui da tempo fermamente contrario a nuovi prestiti alla Grecia.
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