George Clinton, guida al party intergalattico
Hip Hop/Imitato e campionato da una sfilza di rapper, ecco i titoli che omaggiano l'artista e il suo funk Versificatori e produttori hanno asperso nei pezzi le sue schegge di groove irrefrenabile
Hip Hop/Imitato e campionato da una sfilza di rapper, ecco i titoli che omaggiano l'artista e il suo funk Versificatori e produttori hanno asperso nei pezzi le sue schegge di groove irrefrenabile
La musica di George Clinton, l’archeologo del funk, il mistico interplanetario che il 22 luglio ha compiuto 80 anni, ha trovato nuove vie espressive nel corso degli anni Ottanta grazie al diffondersi dei primi campionatori. E lo stesso Clinton ne fu entusiasta: «Amo tutti i campioni e come sono stati reinterpretati; è il modo in cui le nuove generazioni fanno musica. Il funk è il dna stesso dell’hip hop». Insieme a James Brown, Clinton è l’artista più campionato dai produttori musicali, la sua musica ha rappresentato una risorsa apparentemente illimitata per le generazioni successive. L’importanza del P-Funk nella storia dell’hip hop è incalcolabile; Mothership Connection, album del 1975 dei Parliament, è la forza che lega i pezzi iconici di Grandmaster Flash, De La Soul, Public Enemy, EPMD, all’afrofuturismo di Afrika Bambaataa, OutKast e Missy Elliott, al G-Funk di Dr. Dre e Snoop Dogg per arrivare a Kendrick Lamar. Di seguito una selezione di tracce rap che non si sono limitate a campionare Clinton ma si sono anche ispirate al suo immaginario funkadelico.
FUORI I DISCHI
Afrika Bambaataa, Planet Rock
Alle origini della cultura hip hop, Afrika Bambaataa, uno dei dj pionieri del genere, fu uno dei primi discepoli di Clinton, integrando nel suo immaginario l’idea della fuga interplanetaria per fuggire dalla devastazione del Bronx degli anni Settanta. Bambaataa ha distillato nella musica quell’immaginario proto-spaziale, zeppo di riferimenti ai videogame e ai fumetti di fantascienza allo s-language hip hop. Ispirato dai gelidi paesaggi sonori dei sintetizzatori dei Kraftwerk e di Gary Numan così come dal glitch sinfonico stile videogame della Yellow Magic Orchestra, nel 1982 pubblicò Planet Rock, un singolo così rivoluzionario da abbattersi come un meteorite su New York, creando un effetto big bang che ha fuso diversi stili innescando la rivoluzione dell’electro funk.
De La Soul, Me Myself and I
Con il loro album d’esordio, 3 Feet High and Rising, i De La Soul hanno introdotto la filosofia della D.A.I.S.Y. Age (Da Inner Sound Y’All) nell’hip hop, consacrandosi come i veri marziani nella scena dell’epoca. Le produzioni del giovanissimo e immaginifico Prince Paul, membro della band hip hop Stetsasonic, erano stracolme di campioni «funkadelici» e divertenti interludi. Me Myself and I, terzo singolo del gruppo, è stata la prima canzone della band ad arrivare al numero uno della classifica r’n’b americana. Prince Paul non fu il primo a campionare elementi di (Not Just) Knee Deep (da Uncle Jam Wants You, il disco del 1979 dei Funkadelic) che si trattasse dell’iconico colpo di batteria in apertura, dei synth stridenti o dei vertiginosi «whoah woah woah», Prince Paul fu il primo a campionarli tutti insieme, remixandoli in una party jam cosmicamente inclusiva.
Digital Undergound, The Humpty Dance
Pubblicato nel 1990, The Humpty Dance fu un successo enorme rimasto in vetta alla classifica di Billboard per oltre cinque settimane in epoca in cui il rap non dominava ancora le classifiche. Il pezzo è uno dei brani rap più funky e «stupidi» di tutti i tempi, rappato con una fortissima cadenza nasale da Humpty Hump aka Shock G su una linea di basso ipnotica. Al centro della musica e della filosofia dei Digital Underground c’erano George Clinton e il P- Funk. E non solo per via dei campioni scelti, bensì per l’umorismo, l’atteggiamento, e lo stile. Nessuno nella scena hip hop ha saputo interpretare meglio quell’estetica e immaginario. La mitologia del P-Funk (ossia la storia di Starchild, un essere intergalattico destinato a rivelare il funk all’umanità per volere dell’Essere Supremo dell’universo, il Dr. Funkenstein) ha plasmato il personaggio di Humpty Hump.
Dr. Dre, Let Me Ride
Se il gangsta rap è stato il sottogenere dell’hip hop più popolare dalla fine degli anni Ottanta, il G-Funk è stata la creazione che ha dato origine a quel sound unico, peculiare, West Coast. Il nome G-Funk è un rimando esplicito allo stile Psychedelic Funk di Clinton ed è caratterizzato da un sound lento, rilassato: 90 bpm su campioni di canzoni soul melodiche, con un groove e liriche laid back. L’album di esordio di Dr. Dre, The Chronic, ha cambiato per sempre l’hip hop, portando il genere in cima alle classifiche e rendendolo parte della cultura mainstream. L’album racconta la cruda realtà delle strade di Long Beach e Compton attraverso a una produzione musicale molto accattivante: una versione distorta e widescreen dell’universo funkadelico dei Parliament/Funkadelic. Uno dei campionamenti più sfacciati lo ritroviamo nel singolo Let Me Ride, che vede Dre, Snoop Dogg, Jewell e RC rappare su Mothership Connection (Star Child) dall’omonimo album dei Parliament.
Snoop Dogg, Who Am I (What’s My Name?)
Nel 1993, l’album di debutto di Snoop Dogg, Doggystyle, rappresentava l’esordio più atteso dell’anno. Le produzioni di Dr. Dre avevano portato la sua storia d’amore con il soul e funk degli anni Settanta a nuovi livelli, contribuendo ad elevare lo status di un emergente Snoop Dogg a vera superstar. Who Am I (What’s My Name?), il primo singolo estratto dall’album, presenta sample e interpolazioni campionati da Atomic Dog (da Computer Games, l’album solista di Clinton dell’82) nel ritornello e da Give Up the Funk (Tear the Roof off the Sucker) (da Mothership Connection, l’album dei Parliament) nel bridge; inoltre il campione vocale («the bomb») preso da P. Funk (Wants to Get Funked Up) (da Mothership Connection) è rintracciabile per tutta la durata della canzone. In quel primo singolo Snoop si presenta sulla scena reinterpretando il ritornello di Atomic Dog con un refrain divenuto un instant classic: «Bow wow wow yippy yo yippy yay / Doggy Dogg’s in the motherf*ckin’ house».
OutKast, ATLiens
Il gruppo rap di Atlanta OutKast si è ispirato ampiamente alla filosofia afrofuturista di George Clinton per definire e caratterizzare immagine e sound. Il secondo album del gruppo, ATLiens (gioco di parole tra la loro città d’origine e la parola alieni) presenta un immaginario denso di pianeti sconosciuti, costellazioni e extraterrestri che utilizzano per denunciare il loro status di «alieni» rispetto alla scena hip hop dei primi anni Novanta, alla società Usa e alla dura quotidianità dei neri nel Sud degli Stati Uniti. Le produzioni musicali fondono uno stile boom bap con liriche proto-spaziali. Con titoli di canzoni come ATLiens, Babylon, Elevators, E.T. (Extraterrestrial) e 13th Floor, il gruppo ha portato il rap verso nuovi regni dell’immaginario nero che nessuno aveva esplorato dai tempi di Bambaataa.
In tal senso basta guardare il booklet, dove in un fumetto sci-fi i due MC mescolano assieme profezie millenarie, imperi del male, mito di Atlantide e iconografia biblica. Anche in questo caso l’ispirazione esplicita è Pedro Bell, l’artista associato alle più psichedeliche e iconiche cover dei Parliament/Funkadelic.
Childish Gambino, Riot
La maestria nell’utilizzo dei campioni, delle macchine digitali e di quelle analogiche in “Awaken, My Love”, secondo album di Childish Gambino, ha permesso una sua personale riuscitissima full immersion nel funk psichedelico degli anni Settanta, con particolare attenzione a George Clinton, anche se solo una traccia contiene un campionamento dei Parliament, Riot. La canzone intende essere una trasposizione delle emozioni, azioni e speranze viste dalla prospettiva di un rivoltoso/rioter proprio nel pieno dell’azione/riot.
Il campionamento realizzato è un esempio «da manuale» dell’arte del sampling: il campione estrapolato da Good to Your Earhole dei Funkadelic sulla traccia originale è breve, fugace ma quel sample diventa il cuore pulsante della traccia prodotta da Childish Gambino.
Oltre ad aver plasmato il sound hip hop dagli anni Ottanta, George Clinton ha collaborato in prima persona con numerosi rapper, gruppi e produttori: da Tupac Shakur, Shock G, OutKast, a Redman, Ice Cube, Kendrick Lamar fino ad arrivare nel settembre 2020 ai Public Enemy e Cypress Hill per la realizzazione di Grid, singolo incluso nell’album dei PE, When the Grid Goes Down.
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