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Gentiloni, difesa fredda della sottosegretaria: «Penso abbia chiarito»

Gentiloni, difesa fredda della sottosegretaria: «Penso abbia chiarito»L'ex ministra ora sottosegretaria Maria Elena Boschi alla trasmissione Porta a porta – LaPresse

Banca Etruria Malumore del premier, l’ex ministra a caccia di un seggio sicuro. M5s e Mdp: ora dobbiamo ascoltare anche Maria Elena Boschi

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 16 dicembre 2017

Dopo oltre 24 ore di silenzio Paolo Gentiloni si è deciso, da Bruxelles, a difendere la sua sottosegretaria, Maria Elena Boschi. Era una dichiarazione dovuta: sorvolare sulla faccenda stava già dando adito a una ridda di voci e ipotesi sullo sganciamento del premier dalle sorti della ex ministra. Ma anche così non è che Gentiloni si sia esposto più che tanto. «Penso che abbia chiarito»: più burocratico non si può. Anche sulla candidatura della Boschi (ancora in cerca di collegio sicuro e a quanto si apprende trovarlo sarebbe impresa proibitiva), Gentiloni si limita a un parco: «Mi auguro che abbia successo».

IN COMPENSO IL CAPO del governo vibra mazzate sull’intera impostazione della commissione d’inchiesta sulle banche, dunque anche sul segretario del Pd che ha voluto l’arena per mettere sotto processo gli istituti di vigilanza, Consob e Bankitalia, scaricando su di loro ogni responsabilità. «Mi auguro che le prossime settimane non siano dominate dai bisticci sulle banche, che non mi sembrano le priorità per i cittadini italiani». Al netto dell’ultima affermazione, che se pronunciata ad Arezzo o Vicenza provocherebbe tumulti, sono toni opposti rispetto a quelli ringhiosi adoperati da Renzi e Orfini da quando la commissione è stata istituita.

LA DISTANZA SI FA ANCORA più evidente se si pensa che, con il Pd impegnato a denunciare le fake-news nemmeno si trattasse di un’arma di distruzione di massa, il premier stempera: «Non ne abbiamo parlato al Consiglio europeo. Non vuol dire che il tema non sia serio, ma ciò non significa che i cittadini non siano liberi e non si esprimano liberamente». Un barile d’acqua sull’incendio denunciato da Renzi.

MA NONOSTANTE GLI AUSPICI di palazzo Chigi, nonostante la difesa del capo dello Stato, che ieri ha elogiato il governo per «il lavoro compiuto sulle banche» che «ha aiutato un settore strategico», nonostante il coro del Pd, impegnato a ripetere che «non esiste un caso Boschi», la settimana prossima sarà incandescente.

Per aumentare ulteriormente i gradi Fahreneit, M5S e di Mdp insistono perché sia audita anche la Boschi. Che siano accontentati non è facile, ma anche così il menu della commissione non lascia a desiderare.

Sarà il turno del governatore di Bankitalia Visco. Si può scommettere che il Pd ignorerà i consigli di Gentiloni e sguainerà gli sciaboloni nel tentativo di avvicinarsi all’obiettivo iniziale: dimostrare che la responsabilità delle crisi bancarie e delle conseguenze sui risparmiatori è della mancata vigilanza di Consob e palazzo Koch. Il governo Renzi, secondo questa versione dei fatti, ridusse per quanto possibile il danno. Ma sarà anche il momento della verità per il contenzioso De Bortoli-Boschi: l’ex ad Unicredit Federico Ghizzoni dovrà raccontare cosa gli disse davvero l’allora ministra. Che il colloquio ci sia stato è certo, avendolo ammesso la Boschi nel corso del “duello” con Marco Travaglio su La 7 di giovedì sera. Di pressioni De Bortoli non ha mai parlato, dunque da quel punto di vista non dovrebbe emergere nulla.

IL PUNTO CHIAVE è se la ministra di informò o meno su un eventuale acquisto di Banca Etruria da parte di Unicredit. Ove dovesse essere confermato uno scambio del genere, per Boschi diventerebbe impossibile insistere sulla linea sin qui adottata: non essersi mai interessata delle faccende della banca di cui suo padre era vicedirettore se non in scambi d’opinione generici, fisiologici quando si incontrano ministri e banchieri e comunque riferiti al quadro complessivo e non alle sorti della banca aretina.

IERI L’AUDIZIONE di Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, ha lievemente peggiorato le posizioni della sottosegretaria ma ha anche fornito argomenti al Pd nella sua crociata contro Visco. Consoli ha confermato una riunione tra i vertici della banca veneta e quelli di Etruria in casa Boschi. La ministra era presente, però non disse una parola. Il consesso discuteva delle lettere di Bankitalia che spingevano sia Etruria sia Veneto Banca alla fusione con la Popolare Vicenza, circostanza sempre negata dai vertici di Bankitalia. Consoli ha anche raccontato che secondo il presidente di Popolare Vicenza Zonin la fusione «era fortemente caldeggiata da Visco».

TUTTE FRECCE NELLA FARETRA PD: verranno usate per bersagliare il governatore. Nella riunione a casa Boschi i veneti volevano sapere dai toscani se si sarebbero dimessi in seguito a quelle lettere. Finì con i vertici della banca veneta mandati a casa da Bankitalia, a differenza di quelli aretini.

Consoli conferma infine che si parlò in altra occasione di un tentativo di chiedere a Boschi senior di insistere con Renzi per rinviare la riforma delle popolari, ma non se ne fece niente. Consoli ha offerto munizioni a tutti e da tutti saranno usate la settimana prossima.

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