Genovesi: «Noi edili primi in piazza per avere sicurezza, giustizia e pensioni»
Intervista al segretario Fillea Cgil Domani saremo a Roma da tutta Italia per chiedere al governo di cambiare la manovra su Ape sociale, bonus 110% e controlli nei cantieri. Solo il confronto porta frutti positivi
Intervista al segretario Fillea Cgil Domani saremo a Roma da tutta Italia per chiedere al governo di cambiare la manovra su Ape sociale, bonus 110% e controlli nei cantieri. Solo il confronto porta frutti positivi
Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil, domani mattina a piazza Santi Apostoli a Roma sarete i primi a scendere in piazza all’interno della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil contro la manovra tanto che saranno presenti anche Landini, Sbarra e Bombardieri. Una bella responsabilità.
Forti della nostra unità come sindacato delle costruzioni sin dall’inizio avevamo lanciato la manifestazione del 13 su parole d’ordine fortemente intrecciate alla vertenza generale delle confederazioni: sicurezza, qualificazione imprese, riforma pensioni. E siamo orgogliosi di avere con noi i tre segretari generali.
Sul tema della sicurezza sul lavoro il decreto del governo vi ha soddisfatto? Riuscirà a fermare la strage infinita nei cantieri?
Il Decreto emanato va nella direzione giusta ma vi sono svarioni da correggere e interventi che mancano. Bene la stretta su lavoro nero, sul fermo azienda da subito in caso di violazioni accertate, sul ruolo dell’Ispettorato nazionale del lavoro e sulla banca dati unica, ma occorre estendere l’obbligo di sospensione dell’azienda e reintrodurre l’amianto. Soprattutto – ora che ci sarà la banca dati unica – serve attuare la Patente a punti per qualificare le imprese e premiare le serie e serve introdurre nel codice l’aggravante di infortunio mortale sul lavoro. Senza una specifica aggravante gli infortuni mortali saranno sempre trattati come colposi (invece c’è spesso dolo) e sarà difficile chiedere il sequestro del patrimonio.
Invece sulle pensioni la vostra richiesta di abbassare da 36 a 30 i contributi richiesti agli edili per accedere all’Ape sociale non è stata presa in considerazione dal governo. Puntate sugli emendamenti dei partiti? Siete ottimisti?
Secondo la commissione Damiano gli edili sono purtroppo i primi per malattie professionali, incidenti, usura, quindi sono i primi che la riforma Fornero condanna, trattandoli alla stregua di un professore universitario. Con tutto ciò che questo comporta anche in termini di sicurezza. Inoltre la carriera edile è per definizione discontinua. Per questo chiediamo i 30 anni di contributi e il governo sbaglia a non averlo riconosciuto. Su questo continueremo battaglia e pressioni sul Parlamento. Però ci tengo a sottolineare una convinzione molto diffusa tra gli edili.
Quale?
Che gli edili sono in lotta non solo per se stessi, anzi. Noi che sappiamo cosa vuol dire essere precari, ricattati, sfruttati siamo i primi che chiediamo anche meno precarietà per i giovani e una pensione di garanzia per loro.
Il governo ha varato una stretta sull’accesso al Superbonus: sono norme positive per voi? Come impatteranno sul lavoro?
Dobbiamo leggere bene i testi, ma se la stretta vuol dire un prezziario generale per evitare speculazioni sui materiali e soprattutto riconoscere i bonus solo ad imprese qualificate e strutturate, bene. Se però Ruffini (Agenzia delle entrate) vuol veramente colpire chi prende incentivi in modo truffaldino, verifichi che per ogni erogazione o cessione del credito per un lavoro dichiarato, vi sia per quel cantiere il Durc di Congruità. Così avrà la certezza che il cantiere è vero e i lavoratori sono in regola (anche per il fisco).
Lo scontro nella maggioranza sul tema però è molto forte: il M5s chiede di togliere o aumentare il limite dei 25mila euro Isee per le villette. Voi da che parte state?
Personalmente condivido la posizione iniziale del ministro Franco. Il 110 è l’incentivo più generoso del mondo e le risorse quelle sono. Aver deciso che la priorità sono case popolari e condomini è giusto.
Come sindacati edili siete stati in prima fila nella campagna per la vaccinazione, preoccupato per le limitazioni alle manifestazioni decise da Lamorgese?
No. Anzi le avessero decise prima, l’assalto alla Cgil sarebbe stato ben più difficile. Detto questo, più che intervenire su cortei dove i fascisti strumentalizzano anche disagio sociale e solitudine, inviterei il governo a svuotare quel mare di paure e rabbia che la crisi ha generato, sarebbe molto più utile.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento