Genova, ai primi di settembre inizierà la demolizione del «Morandi»
Il mostro di Genova Scatta la corsa alle nomine per la ricostruzione: un commissario o super poteri a Toti
Il mostro di Genova Scatta la corsa alle nomine per la ricostruzione: un commissario o super poteri a Toti
Ancora una notte col fiato sospeso. Fino a questa mattina, alle ore 8, l’allerta maltempo resta gialla su tutta la Liguria. Sorvegliata speciale è l’area del Polcevera, dove è crollato il ponte Morandi, l’arteria principale di Genova.
SOSPESE PER PRECAUZIONE tutte le attività in alveo per garantire l’incolumità degli operatori, la zona rossa è monitorata oltre che dalle forze dell’ordine anche dai volontari della Protezione civile. Per quanto riguarda le macerie ancora presenti, si è passati dalle iniziali 5 mila tonnellate alle attuali mille e 200 che verranno smaltite entro la metà della prossima settimana. «Il vento è quello che ci preoccupa di più», rimarca l’assessore ligure alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone.
Totiano doc, Giampedrone sostiene che, quando sarà passato il maltempo, «ci sia bisogno di fare presto». Ovvero, demolire il viadotto. «Attendiamo che Autostrade faccia valutazioni e nel giro di pochi giorni proponga un piano in merito, si inizierà dal lato est». L’ipotesi è quella di un «collasso accompagnato» con l’utilizzo di piccole cariche di esplosivo e il probabile sacrificio di alcune abitazioni di via Fillak.
L’ITER PREVEDE il dissequestro dei monconi da parte della Procura, preoccupata di salvaguardare le eventuali fonti di prova (e, forse, non così entusiasta che si occupi della demolizione il concessionario sotto la lente delle indagini), il parere del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la decisione del commissario, delegato all’emergenza, Giovanni Toti, presidente della Regione. A fornire le possibili tappe è stato il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, leghista genovese: «Per i primi di settembre, direi entro la prima settimana, potremmo iniziare la demolizione del viadotto Morandi».
IL GOVERNATORE TOTI gestisce l’emergenza. O meglio, il suo superamento. Con deleghe ampie rispetto alla messa in sicurezza delle persone nella zona rossa, alla creazione di una viabilità alternativa per i mezzi pesanti e allo smaltimento e conservazione delle macerie del ponte. Non si occupa della ricostruzione. Su questo aspetto in ballo ci sono due ipotesi, entrambe a carico del governo: nominare un commissario che gestisca la fase della ricostruzione o ampliare i poteri di Toti, dandogli anche questa delega, trasformandolo in un «super commissario straordinario». Magari grazie a una «legge speciale» che deroghi ulteriormente all’attuale codice appalti, rispetto a quanto già previsto dall’ordinanza della Protezione civile. Codice che, al netto dell’emergenza, il governo si prepara a riformare.
Gli uomini del presidente non si sbilanciano: «Sulla costruzione del ponte, il governo deve fare chiarezza, perché è a rischio uno dei più importanti porti del Mediterraneo», ha sottolineato l’assessore Giampedrone.
«LA ROTTURA DI UN’ARTERIA fondamentale, oltre a dividere in due la città, ha detto, crea un imbuto nel Nord-Ovest del Paese. Ci stiamo occupando di fornire un’alternativa alla viabilità nell’area Ilva, da Cornigliano al centro, che potrebbe alleggerire il traffico pesante del 30%. Se in un anno si realizzerà un nuovo ponte autostradale, poi bisognerà iniziare con la Gronda. Contemporaneamente, interveniamo sul dissesto idrogeologico, il grande buco nero della Liguria».
I NO GRONDA, finiti nel mirino nei giorni dopo il crollo, ripetono che la bretella non avrebbe salvato il Morandi, non essendo alternativa al viadotto collassato. «Ritengo che i gravi problemi di mobilità di Genova vadano risolti innanzi tutto con l’implementazione del trasporto pubblico, mediante il completamento del nodo ferroviario genovese, cioè la quadruplicazione dei binari da Voltri a Principe, in modo da trasformare la litoranea in una linea metropolitana. Questo progetto già approvato e finanziato è, però, al palo. Per il traffico privato la soluzione è il completamento della strada a mare da Pegli alla Foce mediante il tunnel subportuale» ha scritto l’ingegner Mauro Solari, da sempre critico nei confronti dell’infrastruttura.
Gli inquirenti hanno acquisito nuovi documenti nella sede di Campi Bisenzio (Firenze) di Autostrade per l’Italia, la polizia sta ascoltando i testimoni del crollo. A Oleggio (Novara) si sono tenute le esequie di Cristian Cecala, della moglie Dawna e della figlia Crystal, 9 anni, le ultime vittime ritrovate sotto le pesanti macerie.
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