Non capita spesso di imbattersi in un esordio di qualità sorprendente e per certi versi disarmante se riferito ad un autore che ha appena trent’anni eppure mostra una fisionomia già definita e, nel frattempo, una completa padronanza dei propri mezzi linguistico-stilistici: il romanzo di Gennaro Serio, Notturno di Gibilterra (L’orma editore,«I Trabucchi», pp. 258, € 18,00), può infatti essere letto come un esercizio di stile, in sé esclusivo e temerario, il cui scopo consista nell’alludere alla non-innocenza e alla natura del tutto artificiale della letteratura nel tempo che pare invocarne, viceversa, la spontaneità e un candore redivivo, quasi si trattasse...