Cultura

Genitori svaniti

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EverTeen «La cosa più incredibile» di Christian Frascella. Nell'ultimo romanzo, edito da Salani, cinque ragazzini di un condominio di periferia si ritrovano a dover fare i conti con un fatto sconcertante. E se la caveranno meglio di un adulto

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 14 febbraio 2015

Alzi la mano il ragazzino o ragazzina che non abbia mai desiderato ardentemente la scomparsa dei propri genitori. Magari davanti a un divieto che brucia, a una promessa non mantenuta, a una qualsiasi delle umiliazioni che quotidianamente si abbattono sui più piccoli, quando quel mondo così incomprensibile che è il «pianeta adulti» si coalizza.

Ivan, addirittura, si è spinto oltre. In un momento di rabbia intensa – l’hanno preso in giro dandogli dell’innamorato cotto della sua amica del cuore – ha formulato fra sé e sé l’anatema fatidico: che spariscano tutti, sorella Irene compresa, che si dà arie da sapientona e invece è una scansafatiche. Finge sempre di dover studiare per non muovere un dito dentro casa e non aiutare gli altri. Tanto meno lui, Ivan, costretto a prendersi cura del cane Billy, mattina pomeriggio e sera, anche se era stata lei a portarlo in casa, in preda a raptus animalista (è pure vegana).

Il problema è che quel sogno inconfessabile di Ivan è un pensiero sì proibito ma molto comune nel condominio dell’hinterland torinese dove vive. I gemelli Paolo e Pietro, l’amica di sempre Melania e il simpatico Rudy arrivano alle stesse sue conclusioni. Che bello sarebbe vivere da soli, senza più «rotture». Già, un giorno però accade sul serio. Tutti spariscono, con la complicità di due «fantasmi» visibili solo ai cinque amici: Franz, l’uomo vestito di bianco e Otto, il nano. E la vita si trasforma in una corsa a ostacoli. Non tutto è «rose e fiori». Bisogna faticare per conquistarsi spazi di libertà.

Christian Frascella nel suo La cosa più incredibile, edito da Salani (pp. 285, euro 14,90) affronta così quel salto nel vuoto che è la crescita, affidando a un sodalizio fra coetanei la capacità di cavarsela e tornare «ad esistere». Bisogna mettere a frutto i propri talenti (che qui vanno dal cucinare buonissime torte al rattoppo di sartoria). La posta in gioco è altissima: svanire per sempre, anche dai ricordi, oppure rientrare nei ranghi, con qualche marcia in più rispetto a chi, per esempio fra i compagni di classe, non si è proprio posto il problema di «scantonare», di tentare una strada diversa e immaginare altri mondi. È qui, in questo scarto emozionale, che morde l’adolescenza.

L’autore, che ha scritto anche Mia sorella è una foca monaca e Il panico quotidiano, conduce il lettore in un mondo parallelo dove l’impossibile diventa realtà e lo fa con uno stile di scrittura che ricalca lo sguardo smaliziato di molti ragazzini e insieme le loro paure più nascoste (l’abbandono e la sopravvivenza). L’«incredibile» vicenda sbalza fuori dalle righe di un tema, un banale compito per le vacanze. La conclusione, soprattutto quella «trasmessa» alla fine attraverso le parole di Franz (prima del suo svanire nel nulla), ha sicuramente qualche sfumatura moralistica di troppo. Molto meglio, invece, quella di Ivan. In fondo, se la professoressa Tardini pensasse che quel tema pazzesco sia solo un inganno o un brutto scherzo, potrà in tutta libertà spedire l’autore su dal preside.

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