Dopo non poco tempo da quando ha fatto irruzione sulla scena della filosofia contemporanea, vogliamo considerare Peter Sloterdijk, settantunenne cattedratico a Karlsruhe e Vienna, tra i più rilevanti innovatori del pensiero contemporaneo, o un semplice intrattenitore culturale, dalla parola allusiva, funambolica, persino giullaresca? È il caso di vedere in lui uno stimolante filosofo della cultura, in grado di tener conto degli apporti dell’antropologia, delle scienze economiche, della biologia evolutiva, della teoria delle arti e dei media, oppure una sorta di singolare opportunista del pensiero, capace di vorticosi – e ciarlieri – slalom tra l’ovvio e l’inesprimibile, il già detto e...