Visioni

Generazioni 2.0 alla scoperta di De Andrè

Generazioni 2.0 alla scoperta di De AndrèUn particolare della copertina del tributo a Fabrizio De Andrè

Note sparse Un omaggio di artisti e band della new wave italiana al cantautore genovese

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 1 maggio 2019

Non piacerà ai puristi – ed è normale che sia. Ma è certo che all’interno di questo tributo di parte della cosiddetta «new wave» della musica italiana a Faber, accanto a qualche versione sopra le righe troviamo più più di uno spunto di riflessione sull’eredità del cantautore forse più amato da molte generazioni. Coordinato da Massimo Bonelli di iCompany con il supporto della Fondazione De Andrè,il progetto ha uno scopo quasi «pedagogico»: portare agli under 20 il repertorio dell’artista genovese con il tramite di artisti e band contemporanei. Con pregi e limiti: così se fin troppo spericolata appare Sally nella fragile voce e nei giochi elettronici di Gazzelle, più centrata e originale l’ambientazione «rap» che Willie Peyote dà a Il bombarolo, e giusta la drammaticità di Motta in Verranno a chiederti del nostro amore. «Sono senza dubbio favorevole a rivisitazioni che comportano scelte coraggiose e quasi spericolate, per poi scoprire, piacevolmente, che hanno ragione di esistere – commenta Dori Ghezzi – Del resto, anche Fabrizio sentiva di volta in volta l’esigenza di sperimentare e innovarsi cercando di non ripetere se stesso».

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