Il pregio più grande delle saghe, soprattutto quelle videoludiche, è che ci permettono di cogliere nel tempo cambiamenti forse impercettibili sul breve periodo, eppure macroscopici se li si osserva a distanza di anni. Sin dal suo testosteronico arrivo sull’xbox360, Gears of War divenne un prodotto culturalmente rappresentativo di un’intera generazione: una campagna singleplayer lineare si accompagnava a un multiplayer competitivo e semplice, che per garantire longevità al suo servizio mirava al perfezionamento delle meccaniche. Oggi, nell’era del sandbox e del sovraccarico contenutistico, Gears of War 5 si riposiziona in funzione delle nuove coordinate del settore: la sua campagna si caratterizza...