Internazionale

Gaza, Tel Aviv blocca cooperante italiano da dieci giorni

Continua l’odissea per il cooperante italiano Luca Ricciardi, dell’Ong «Educaid», bloccato a Gaza da oltre 10 giorni perché le autorità israeliane intendono metterlo su un aereo e rispedirlo in Italia […]

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 13 luglio 2013
Michele GiorgioGERUSALEMME

Continua l’odissea per il cooperante italiano Luca Ricciardi, dell’Ong «Educaid», bloccato a Gaza da oltre 10 giorni perché le autorità israeliane intendono metterlo su un aereo e rispedirlo in Italia nel giro di 24 ore, non appena rimetterà piede nel territorio dello Stato ebraico. Ieri mattina una delegazione formata da rappresentanti di varie Ong italiane che operano nei Territori occupati palestinesi si è ritrovata al Consolato d’Italia a Gerusalemme per fare il punto della situazione con il Console generale Davide La Cecilia, che si è detto impegnato a risolvere la questione.

Non è insolito che le autorità israeliane respingano un cooperante straniero al suo arrivo all’aeroporto di Tel Aviv, anche se è in possesso di un regolare contratto di lavoro per lo sviluppo di progetti nei Territori occupati. Tuttavia è la prima volta che costringono un operatore umanitario a rimanere bloccato a Gaza. La vicenda di Luca Ricciardi inizia a gennaio quando le autorità israeliane rifiutano la concessione del visto di lavoro (che va richiesto in Israele anche se si lavora nei Territori). Il cooperante fa ricorso e da febbraio è in attesa di una replica da parte del Ministero degli Interni. «Ho sollecitato più volte una risposta al mio ricorso – racconta Ricciardi – ma ogni volta mi dicevano di aspettare una loro notifica e mi è sempre stato garantito di poter stare, nel frattempo, nel Paese e di potere seguire il progetto di cui sono responsabile. E infatti, in questo periodo, sono stato diverse volte a Gaza». Invece il 2 luglio, una volta tornato al confine di Erez, tra Gaza e Israele, il cooperante è stato bloccato e trattenuto per ore nel terminal. Infine ha ricevuto un rifiuto all’ingresso nel Paese. Quindi è stato messo di fronte a un aut aut: ritorno a Gaza oppure deportazione immediata da Israele.

«Da quel giorno sono bloccato a Gaza. Non posso accettare l’espulsione – spiega Ricciardi – significherebbe rinunciare totalmente ai miei diritti, come cittadino italiano e come operatore umanitario». La decisione presa dalle autorità israeliane è uno scoglio difficile da superare. Il cooperante italiano, peraltro, non può lasciare Gaza passando dal valico di Rafah con l’Egitto. Le disposizioni lo obbligano a uscire da Erez.

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