L’auto arranca su sabbia, pietre e acqua. E inevitabilmente si pianta nel fango. «Fermi» ci intimano un paio di ragazzi. In pochi attimi ne arrivano altri quattro o cinque. Spingono il nostro malandato taxi, liberandolo. «Da questa parte, guardate – indica uno di loro – (gli aerei israeliani, ndr) hanno colpito la strada e la conduttura dell’acqua, siamo rimasti senz’acqua per giorni e ora ne abbiamo solo per due-tre ore al giorno». UN ALTRO RAGAZZO CI GUIDA tra le macerie del bombardamento avvenuto la scorsa settimana, prima del cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Davanti a noi c’è un’ampia...