Internazionale

“Gaza Is Alive”, è hip hop la musicoterapia per i bimbi gazawi

“Gaza Is Alive”, è hip hop la musicoterapia per i bimbi gazawi

Gaza L'hip hop come percorso per curare i traumi nei bambini e ragazzi gazawi colpiti dalla guerra

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 15 agosto 2019

Ha appena lasciato la Striscia la carovana “Gaza Is Alive 2019” promossa dall’associazione YaBasta Êdî Bese!, guidata da Dario Fichera, coordinatore del progetto di musicoterapia per bambini e ragazzi di Gaza traumatizzati da bombardamenti e guerra. Della carovana, fra gli altri, hanno fatto parte il rapper napoletano Vincenzo “Oyoshe” Musto, il graffiti writer Davide “Smake” Nuzzi e Alberto “Alby” Scabbia, nome noto della scena hip hop italiana. Proprio l’hip hop è la parte fondamentale di “Gaza Is Alive”. «Il progetto – spiega Fichera – impiega le discipline dell’hip hop per alleviare i postumi delle durissime condizioni a cui sono sottoposti i bambini gazawi: bombardamenti, povertà e assedio». Grazie anche alla band locale CB Crew, aggiunge, «siamo riusciti a coinvolgere decine di ragazze e ragazzi nel progetto e a valutare i risultati dell’impiego dell’hip hop nei workshop. Inoltre con le letture collettive delle favole siamo riusciti a entrare in empatia con bambini e ragazzi, cercando di capire quali fossero i problemi e le paure di un giovane costretto a convivere con una guerra continua». “Gaza Is Alive”, assicura il coordinatore «non sarà un evento singolo, un atto di pur necessaria compassione, piuttosto è l’inizio di un lungo percorso che continua anche ora che siamo tornati a casa». Insegnanti e formatori sono stati coadiuvati a Gaza dalla psicologa Valentina Nessenzia, dal videomaker Fabio Saitto e dal fotografo e social media manager Fabio D’Alessandro.

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