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Ganna mantiene le promesse

Ganna mantiene le promesseConferenza stampa di inizio del Giro d'Italia – LaPresse

Contagiro 2020 Tappa 1

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 4 ottobre 2020

La cronometro di 15 chilometri e spicci da Monreale a Palermo è un inno alla velocità. Dopo mille metri secchi per inerpicarsi dal borgo fin su alla cattedrale, una lunga picchiata, dove si superano agilmente i cento all’ora, accompagna i pretendenti dalla città normanna a quella borghese di via Roma; si sfiora quindi la città araba all’altezza del quartiere della Kalsa (oggi Tribunali: vi si stabilì il sant’uffizio dell’Inquisizione), lungo via della Libertà, che si percorre avanti e indietro fino al traguardo nei pressi del Politeama. Folate impetuose di scirocco sferzano il percorso – vuoi spingendo ancor di più i corridori nel loro volo, vuoi creando qualche grattacapo nelle curve – e spargono sulla strada sabbia d’Africa e foglie morte, una novità di questo Giro autunnale a cui si fatica a fare l’abitudine.

Tutti si aspettavano, e lo scenario era apparecchiato apposta, Filippo Ganna. E Ganna, più che vinto, ha trionfato, disperdendo nel vento la concorrenza, e indossando la prima maglia rosa. Caratteristica dei campioni è quella di mantenere le aspettative. Quando Pantani dette lo scossone decisivo al Tour del ’98 Martini aveva segnato in anticipo il punto esatto in cui sarebbe scattato, e si dice che Mura avesse fatto preparare il titolo del giornale la sera precedente. Un po’ come Lelio Basso con l’edizione dell’Avanti del 20 aprile del ’48 che annunciava il trionfo del Fronte popolare, ma allora dovettero cambiare in fretta e furia.
L’impressione è che, se affiancasse alla pista (suo il record mondiale dell’inseguimento) una maggiore pratica delle corse su strada, da Ganna potremmo aspettarci grandi vittorie nelle classiche. L’impressione (una conferma) è che tra gli uomini di classifica chi sta meglio è Thomas, quarto assoluto a Palermo e con già un po’ di vantaggio sugli altri big, tutti, a parte, appunto, Thomas, raccolti in pochi secondi. Le loro giornate verranno presto: già lunedì si scala l’Etna.

L’impressione più viva di un altro Ganna del ciclismo, Luigi, cent’anni e rotti fa, a conclusione del primo Giro, fu che me brüsa tant ‘l cül. Anche lui destinatario di tutte le aspettative dopo la cavalcata a Sanremo di quello stesso 1908, anche lui mantenne la promessa. Era un altro ciclismo, i francesi avevano già inventato il concetto di ritiro invernale per preparare la stagione, ma Luison l’inverno lo passava in officina. L’auspicio è che, dopo le noie del Tour, questo Giro ci torni e regalare un po’ di gusto per l’impresa e l’avventura. Le premesse ci sono, le promesse per ora sono mantenute.

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