«Game over», Michigan a Biden. È il Gop a rompere gli ultimi indugi
La capa bianca La persona che ha in mano il destino di tutti gli Stati uniti risponde al nome di Emily Murphy. Si tratta del capo dell’Amministrazione dei Servizi Generali, l’organizzazione incaricata di […]
La capa bianca La persona che ha in mano il destino di tutti gli Stati uniti risponde al nome di Emily Murphy. Si tratta del capo dell’Amministrazione dei Servizi Generali, l’organizzazione incaricata di […]
La persona che ha in mano il destino di tutti gli Stati uniti risponde al nome di Emily Murphy. Si tratta del capo dell’Amministrazione dei Servizi Generali, l’organizzazione incaricata di gestire il passaggio di consegne tra l’amministrazione uscente e quella del presidente eletto.
Il problema è che Murphy si rifiuta di dichiarare la vittoria di Biden in modo da dare inizio alla transizione, e di firmare e consegnare la lettera che darebbe il via al cambio di guardia alla Casa Bianca.
Stando ai suoi collaboratori, Murphy non avrebbe ancora deciso quando lo farà, lasciando così il passaggio di consegne in un vuoto che minaccia le funzioni essenziali del governo. Eppure – stando alle rivelazioni di Abc news – Emily Murphy in realtà non avrebbe alcun dubbio circa l’esatto andamento degli eventi e dunque su chi sia a tutti gli effetti la persona che da gennaio diventerà ufficialmente il nuovo presidente del paese. A confermarlo ci sarebbe la sua già attiva ricerca di un nuovo lavoro. Murphy starebbe infatti valutando opportunità di lavoro che partono dal 2021, una mossa che viene facilmente interpretata come riconoscimento implicito che l’attuale amministrazione se ne andrà presto.
Questa presa di coscienza tarda ad arrivare alla Casa Bianca, dove Trump, dopo aver degluttito il boccone amaro della vittoria di Biden certificata in Georgia, deve ora ingoiarne un altro che arriva dal Michigan. Nel disperato tentativo di un colpo di coda finale in cui i grandi elettori di uno Stato vinto dai democratici, vadano ai repubblicani, Trump ha convocato i rappresentanti del Gop del Michigan alla Casa Bianca, per «ricevere supporto».
A quanto pare, però, gli invitati hanno declinato l’offerta di aiuto, visto che dopo l’incontro hanno dichiarato di non aver appreso nulla che giustifichi l’inversione del risultato nel loro Stato. Questi tentativi di destabilizzazione da parte del presidente non sono scevri di effetti collaterali, e producono minacce violente indirizzate a chi deve gestire lo spoglio e l’assegnazione dei voti.
Katie Hobbs, segretario di stato dell’Arizona, ha dichiarato che i continui sforzi del presidente per minare le elezioni con bugie infondate e teorie cospirative hanno contribuito a «continue e crescenti» minacce di violenza diretta contro lei, la sua famiglia e il suo staff. «Ci sono quelli, tra cui il presidente, i membri del Congresso e altri funzionari eletti – ha detto Hobbes – che stanno perpetuando la disinformazione e incoraggiano gli altri a diffidare dei risultati delle elezioni in un modo che viola il giuramento che hanno preso. Sarebbe meglio smetterla, le loro parole e le loro azioni hanno delle conseguenze».
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