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Gallese, il borgo bio a energie rinnovabili

Alternative Nel biodistretto della via Amerina e delle Forre, a sud di Viterbo, grazie al progetto ReDream un paese diventa modello di comunità con energia sostenibile

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 10 marzo 2022

Nuove politiche innovative, riflesso anche di una maggiore sensibilità verso l’ambiente, in una visione di comunità, oggi possono trasformare un antico borgo di 2.800 abitanti, come tanti ce ne sono nelle province italiane, in un laboratorio che guarda a un futuro sostenibile in grado di integrare realtà agricole biologiche e transizione energetica, concretezza della terra e l’impalpabilità dei dati digitali.

NEL BIODISTRETTO della via Amerina e delle Forre, nel sud della provincia di Viterbo, il comune di Gallese sta evolvendo verso un modello di comunità energetica alimentata da fonti rinnovabili che implementerà gli attuali 500 chilowatt di fotovoltaico presenti tra pubblico e privato con ulteriori 100, destinati questi ad essere condivisi, grazie anche al progetto europeo ReDream. Un progetto che punta alla lettura digitale dei consumi, lo sviluppo di un’app che ne fornisca i dati e la loro gestione sostenibile da parte dei cittadini.

«IL BIODISTRETTO È NATO per sostenere le realtà agricole della zona in un’ottica di gestione sostenibile delle risorse – spiega Famiano Crucianelli, presidente del biodistretto – negli anni ci siamo impegnati per realizzare strategie e obiettivi nel campo del ciclo dei rifiuti, nell’uso dei fitofarmaci e nella gestione delle risorse energetiche. Le aziende biologiche sono state la spinta propulsiva per la sua costituzione». I nuovi 100 chilowatt di pannelli solari a Gallese, 120 mila all’anno, si traducono in oltre 63 mila chilogrammi di CO2 risparmiati ogni 12 mesi per tutti. Di questi impianti fotovoltaici buona parte saranno di un’azienda avicola biologica.

IL PROGETTO REDREAM, finanziato dall’Unione Europea nel contest Horizon 2020, propone un modello energetico basato sull’autoconsapevolezza, l’autoproduzione e la gestione condivisa dei consumi. «Partiamo dalla sperimentazione di apparecchi da installare negli impianti dei cittadini per raccogliere i dati sui consumi elettrici» spiega Andrea Ferrante, coordinatore del progetto ReDream per la cittadina di Gallese, l’unico sito italiano dei quattro che partecipano al bando.

«L’IDEA È QUELLA DI FAR COINCIDERE la curva di produzione dell’energia da fonti rinnovabili con la curva dei consumi. I dati raccolti vengono trasferiti sul Cloud e, attraverso una app, il cittadino potrà vedere istante per istante quanto consuma e gestire in modo efficiente l’energia. All’interno delle bollette della corrente elettrica infatti gli oneri di trasporto incidono notevolmente sul costo: trasportare la corrente attraverso grossi cavi di alta tensione, con enormi dispersioni, da zone spesso lontane, è fonte di un grosso spreco energetico, molto oneroso per il produttore e per l’ambiente. Ecco perché, per esempio, per ogni chilowatt/ora (kWh) prodotto da fonti rinnovabili e immesso nella rete elettrica nazionale il gestore paga un incentivo di 4 centesimi di euro, mentre per ogni kWh prodotto e utilizzato dallo stesso produttore vengono pagati 18 centesimi».

AL PROGETTO REDREAM PARTECIPANO 4 siti pilota in Europa: la comunità energetica di Gallese in Italia, all’interno del Biodistretto della via Amerina e delle Forre, la Cooperativa per l’energia verde di Varazdin in Croazia, in Spagna, capofila del progetto, il monitoraggio verrà effettuato in Castilla y Leon con la cooperativa EnergÉtica e nel Regno Unito, nella città di Bath, contea di Somerset, dalla comunità Bath & West Community Energy. I siti demo pilota sono 4, mentre 8 le nazioni coinvolte, 3 diverse zone climatiche, 7,2 milioni di euro il budget complessivo del progetto e almeno 700 devono essere i consumatori di prova che prenderanno parte al progetto. Nel 2023 si prevede l’introduzione nel mercato.

GALLESE È UN PAESE IMMERSO nelle campagne della bassa Tuscia, all’interno del Biodistretto della via Amerina e delle Forre, il quale comprende 13 comuni (Civita Castellana, Castel Sant’Elia, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello, Calcata, Vignanello, Vallerano e Canepina).

GALLESE RAPPRESENTA LA PRIMA comunità energetica del Biodistretto e la volontà dei comuni coinvolti è quella di unirsi in un insieme di comunità energetiche, mettendo in rete potenzialità, risorse e consumi. «Con l’allargamento della comunità energetica – prosegue Crucianelli – al Biodistretto si arriverebbe a 70 Mw da fonti pulite e rinnovabili. Gallese infatti produce 20 megawatt da una centrale idroelettrica sul Tevere, mentre il grosso della produzione da solare (50Mw) si trovano tra Nepi, Orte e Civita Castellana.

IL 14 MARZO CI SARÀ UN INCONTRO, nel comune di Corchiano, per parlare delle comunità energetiche nel Biodistretto, con l’assessore alla transizione ecologica della Regione Lazio Roberta Lombardi».

DURANTE L’INCONTRO SI PARLERÀ peraltro dell’intenzione paradossale della Sogin, società di Stato che si occupa delle scorie nucleari, di inserire due siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi nella cittadina di Corchiano, proprio nel cuore del Biodistretto della via Amerina. Intenzione già respinta al mittente dalla comunità e contro la quale si annunciano tempi di rivolta.

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