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Galleria nazionale, vietato il dissenso

Galleria nazionale, vietato il dissensoSala del'Ercole, Galleria nazionale, Roma

Libertà di opinione I dipendenti del museo che avevano espresso per lettera alla direttrice Mazzantini il loro parere contrario alla presentazione del libro di Italo Bocchino «Perché l'Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra» sono finiti in una lista di proscrizione presentata al Mic. Ma Pd e Avs annunciano interrogazioni parlamentari: il ministro Giuli dovrà rispondere in aula

Pubblicato circa 3 ore faEdizione del 4 ottobre 2024

Mentre il caos della mostra futurista ancora impazza (l’inchiesta del Giornale dell’arte, nella sua ultima puntata, rivela anche che l’esposizione era stata scippata al Maxxi dall’ex ministro Sangiuliano, decretandone il fallimento e aprendo un imbarazzante caso diplomatico con l’Olanda, tra i curatori attraverso il Kröller Müller Museum), la Galleria nazionale torna al centro della cronaca politica in merito a un tentativo di soffocamento della libertà di espressione dei suoi dipendenti.
«La direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma Renata Cristina Mazzantini ha inviato al Ministero della cultura e ad autorità competenti non meglio precisate – appuntano in una nota la Cgil e la Fp Cgil Roma e Lazio – l’elenco delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno espresso, scrivendo una lettera, il proprio dissenso rispetto la presentazione del libro Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra di Italo Bocchino alla presenza dell’autore e del presidente del Senato, Ignazio La Russa, nei locali della Galleria».
La lettera, con le sue 40 firme in calce (di cui abbiamo dato notizia e pubblicata online per intero, ndr), esprimeva un parere contrario a quell’evento di pura passerella governativa, così stonato nelle sale di un museo pubblico la cui funzione sarebbe quella di propagandare la conoscenza e valorizzazione della storia dell’arte. E si appellava al buon senso – e a una sperata volontà di dialogo – della nuova direttrice, che invece ha preferito segnalare i nomi dei dissidenti (fin dall’inizio aveva chiesto il ritiro delle firme) al Mic.
«Pensiamo sia necessario capire se siano stati messi in atto comportamenti lesivi della libertà di opinione della lavoratrici e dei lavoratori», afferma Cecilia D’Elia senatrice Pd e capogruppo in commissione settima, scuola, istruzione pubblica, cultura, annunciando una interrogazione parlamentare. «È un atto senza precedenti e di gravità inaudita la segnalazione», incalza Elisabetta Piccolotti di Avs (commissione cultura di Montecitorio), riferendo anche lei in merito a un’interrogazione parlamentare. In aula dovrà rispondere il ministro Giuli. Che per ora preferisce celebrare il centenario che verrà, nel 2032, della città di Latina.

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