Gaetano Liguori, dalla parte del torto
Gaetano Liguori
Visioni

Gaetano Liguori, dalla parte del torto

JazzSet Musica ed esistenza nell'autobiografia dell'artista - pianista,compositore, didatta e viaggiatore - intitolata «Confesso che ho suonato»
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 9 dicembre 2014
Musica ed esistenza di Gaetano Liguori (pianista, compositore, didatta, viaggiatore internazionalista, sognatore, militante politico) sono state e sono così intense da sembrare frutto di più vite. È il sessantaquattrenne jazzista milanese a raccontarle con precisione da cronista in Confesso che ho suonato (con Agostino Matranga, Skira, pp.216, euro 16). Liguori apre nella narrazione spazi sociologici e di riflessione estetico-filosofica: pur rimanendo nel solco dell’autobiografia, il pianista ricostruisca un’esistenza artistica che, negli anni ’70 come nel periodo successivo, si è strettamente intrecciata con una generazione che voleva cambiare il mondo in senso rivoluzionario, libertario e comunista (non «sovietico»), con quella generazione...
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