La strada dell’inferno, si sa, è lastricata di buone intenzioni. E di buone intenzioni è infarcito anche il cosiddetto «Patto di Roma», il documento finale che chiude la nuova tappa del G20 riunito per la Ministeriale Salute il 5 e 6 settembre al Campidoglio. Il testo del Patto, quasi un albero di Natale carico di palle declamatorie – principi e aspirazioni peraltro smentiti dalla realtà, in una gestione globale della pandemia che di fatto continua ad allargare la forbice tra Paesi ricchi e a basso reddito – è un garbuglio di dichiarazioni generiche, soprattutto nella prima parte diagnostica, in cui...