Pensare la migrazione torna a essere un compito politico imprescindibile nel nostro tempo. Lo impongono da una parte i nazionalismi risorgenti in molte parti del mondo, manifestazioni estreme – e tuttavia almeno provvisoriamente efficaci – di una politica dell’identità organizzata attorno a confini che si vorrebbero saldi e impenetrabili. Ce lo chiedono tuttavia anche le pratiche di donne e uomini in movimento, che continuano a sfidare quei confini, sempre più spesso in forme collettive e organizzate: è accaduto attraverso la «rotta balcanica» in Europa nell’estate del 2015, accade in questi giorni in Messico. TRA I MOLTI INTERVENTI a proposito delle...