Il tribunale di Firenze ha condannato in primo grado a 10 anni e 6 mesi Lucia Aleotti, presidente della Menarini Farmaceutica, e a 7 anni e 6 mesi il fratello e vicepresidente Alberto Giovanni, alla fine del processo che li vedeva imputati a vario titolo di riciclaggio da frode fiscale e corruzione.

Lucia e Alberto Giovanni sono i figli di Alberto Aleotti, morto nel 2014. Confiscato oltre un miliardo di euro in conti esteri.

Nel corso di una accurata inchiesta, gli investigatori del Nas dei carabinieri coordinati dai pm Luca Turco ed Ettore Squillace Greco avevano scoperto che per ben 25 anni, dal 1984 al 2010, Alberto Aleotti aveva usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi dei farmaci, per far aumentare il prezzo finale grazie ad una serie di false fatturazioni, mentre il Ssn rimborsava medicinali con prezzi gonfiati. Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni. Invece la famiglia Aleotti ci avrebbe guadagnato oltre mezzo miliardo, riciclato all’estero con altri proventi illeciti, per circa 1,2 miliardi totali.

Il pm Turco, guardando ai reati legati al riciclaggio, e cioè la truffa sui farmaci da cui i Menarini sono stati assolti per insufficienza di prove, osserva: “Alberto Aleotti negli anni di Mani Pulite finì nell’inchiesta napoletana sulla Farmatruffa, e pagò Poggiolini e gli altri funzionari che determinavano il prezzo dei farmaci, che così non guardavano nemmeno le carte. Nel 1997 patteggiò il reato di corruzione e versò un risarcimento allo Stato di circa 3 miliardi di lire. Così facendo riuscì a nascondere la truffa colossale che stava perpetrando proprio in quegli anni”.

“Una sentenza complessa, che ha giudicato insussistente la presunta truffa, ritenendo sussistente quello della frode fiscale – spiega il difensore Mario Casellato – comunque noi faremo appello”.

Dichiarazione del collegio difensivo della famiglia Aleotti in merito alla sentenza del Tribunale di Firenze

“La sentenza del Tribunale ha escluso l’esistenza della truffa ai danni del servizio sanitario nazionale consistente, secondo l’accusa, nell’ottenere prezzi gonfiati dei medicinali.
Di conseguenza sono state respinte tutte le pretese delle aziende sanitarie (circa 200).
La condanna per riciclaggio riguarda esclusivamente i capitali personali scudati dal dottor Alberto Sergio Aleotti che il tribunale ha ritenuto provenienti da frode fiscale. Lavoreremo ancora per far emergere ancor meglio, in appello, dalla enorme mole di documentazione acquisita al processo, le evidenti prove della estraneità dei nostri assistiti anche ai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa”.