L’attuale indifferenza nei confronti di Max Frisch la dice lunga sull’intempestività di noi contemporanei. Cees Nootemboom, raccontando in 533, il libro dei giorni dei suoi incontri con lo scrittore svizzero, ha notato come la contiguità linguistica con la Germania, percepita come «una sfida e una presenza», e la mancata partecipazione all’esperienza della guerra, abbia fatto degli autori svizzeri degli outsider involontari. Da qualunque lato la si prenda, la figura di Frisch appare mossa da istanze esplorative che ne decentrano l’esperienza, portandola a una inesausta riscrittura delle coordinate personali e estetiche. Atteggiamento magmatico, che funziona a spostare il lettore verso la...