«Passai parte del 1969 in studio a completare Hot Rats, con qualche esibizione marginale insieme a Ian Underwood e Sugarcane Harris; ma la direzione era incerta. L’album, che guarda un po’, a me piaceva un sacco, fece capolino nelle classifiche di Billboard al numero 99 ma sparì subito. Avevo prodotto, almeno negli Stati Uniti, un altro disastro commerciale. (L’idea giusta c’era! Un disco tutto strumentale, tranne una canzone, con Captain Beefheart alla voce! Proprio lui, che non è un cantante! Perché sprechi il tempo prezioso dell’America così, testa di cazzo?!)». È lo stesso Frank Zappa a raccontare brevemente la storia...