Francis Ford Coppola a Roma: «Il cinema è troppo giovane perché ci siano maestri»
Cinema Il regista nella capitale per presentare "Megalopolis"; ieri ha ricevuto la Lupa capitolina in Campidoglio e ha poi incontrato gli studenti
Cinema Il regista nella capitale per presentare "Megalopolis"; ieri ha ricevuto la Lupa capitolina in Campidoglio e ha poi incontrato gli studenti
È stato pieno di calore il passaggio romano di Francis Ford Coppola. Giunto in città per presentare Megalopolis, proiettato in pre-apertura alla Festa del Cinema, il regista statunitense ha ricevuto prima la chiave di Cinecittà, dove gli è stata intitolata una strada («si è avverato un sogno», ha dichiarato) e poi ieri la Lupa capitolina, per mano del sindaco Gualtieri – c’era anche Miguel Gotor, che ha ufficializzato le dimissioni da assessore alla Cultura lunedì sera, ma la tentazione di una foto col grande autore era forse troppo forte.
In Campidoglio Coppola ha ricordato i nonni e le sue origini italiane. Ma le cose più interessanti le ha dette in serata, in un incontro con gli studenti e con le scuole di cinema all’Auditorium Parco della Musica, organizzato da Alice nella città. Nonostante l’enorme carriera, o forse proprio in virtù di essa, il regista si è posto da pari a pari: «Questa è una conversazione da studente a studenti, il cinema è troppo giovane perché possano esserci maestri». Due sono, a suo avviso, gli elementi più importanti nel cinema: «La recitazione e la sceneggiatura, che accomunano cinema e teatro. Come diceva Orson Welles, in un weekend si possono imparare tane cose che riguardano il cinema, ma a recitare e scrivere impari solo dopo tanto tempo».
COPPOLA ha quindi ripercorso le origini della sua vocazione. «Quando ho iniziato, a 17 anni, ho fatto il regista teatrale. Ero senza soldi e fidanzata finché un giorno, aspettando di fare le prove, sono entrato in una sala cinematografica e ho visto un film meraviglioso, muto, di un regista che non avevo mai sentito, Eisenstein. Lì ho deciso che avrei voluto fare il regista di cinema. Sono stato fortunato a catturare un lampo e a chiuderlo in un barattolo: ho fatto Il padrino a trent’anni e lì è partita la mia carriera».
La situazione politica americana alla vigilia delle elezioni, in controluce a quella italiana, era stata evocata da Coppola nell’incontro a Cinecittà. «La democrazia oggi negli Usa è a grandissimo rischio. Ci vorrebbe un genio come Pico Della Mirandola per risolvere tutto. Non capisco però perché in Italia si sa fare tutto bene, auto, barche ed elicotteri tranne che realizzare un governo che funzioni». Ma il regista, come testimonia anche Megalopolis, è ottimista nonostante tutto: «Non ho mai smesso di credere che ci possa essere un mondo pieno di gioia e di speranza».
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