Ci sono tanti buoni i motivi per appassionarsi al Sei Nazioni di rugby ma forse in questo momento la nazionale italiana non rientra tra questi. O almeno non nei primi cinque buoni motivi. La prima giornata ha messo in evidenza un’Irlanda in versione de luxe, un Galles ben lontano dai suoi migliori livelli e un’Inghilterra con molte lacune da colmare. La Francia, pur battendo gli azzurri allo Stade de France, non ha entusiasmato ma non può che migliorarsi e ha tutti i mezzi tecnici e atletici per farlo. La Scozia ha agguantato la sua seconda Calcutta Cup in due anni e si sente a un passo dal paradiso ma farà bene a tener presente la sua costante di questi ultimi anni: exploit clamorosi alternati a cocenti delusioni. Poi c’è l’Italia. A Parigi ha disputato un primo tempo dignitoso e un secondo in piena sofferenza. Pur sbagliando molto ha però evitato il classico crollo: le tre mete incassate nella ripresa (l’ultima a tempo scaduto) sono altra cosa dalle quattro-cinque cui eravamo abituati, coincidenti con un collasso dell’intera squadra, reparto per reparto, fase dopo fase, fino all’inabissamento finale. Il punto è: ce la faranno, Lamaro e compagni, a confermarsi contro gli inglesi? La differenza tra il prima e il dopo sta tutta qui nella continuità, nella capacità di confermare e se possibile migliorare ciò che di buono si è intravvisto nel match contro i francesi.

LA SITUAZIONE dopo il primo turno vede in testa Francia e Irlanda (5 punti), vincenti con punto di bonus. Sotto c’è la Scozia (4); poi ci sono le tre squadre uscite sconfitte: Inghilterra (1), Galles e Italia (0). Le prime squadre a scendere in campo domani sono Galles e Scozia (Sky Sport Arena, 15:15). Si gioca a Cardiff, nel Principality Stadium, autentica cattedrale del rugby. I gallesi sono usciti umiliati dal confronto di sabato scorso contro l’Irlanda e sanno di non potersi permettere una seconda sconfitta consecutiva. L’alternativa è secca: o ritrovano un gioco solido e un piano tattico convincente, oppure possono archiviare il Sei Nazioni 2022 alla voce “fallimento”. Non importerà quante siano le assenze per infortunio o l’usura dei loro campioni più esperti: se vincono possono tornare in gioco, altrimenti sono fuori dalla lotta per il titolo così come hanno già dovuto dire addio al Triple Crown, il trofeo assegnato alla squadra delle isole britanniche che riesce a battere le altre tre. La Scozia, in corsa sia per la vittoria finale che per la triplice corona, può consolidare la sua classifica con una seconda vittoria ma ha perso il terza linea Jodie Ritchie, giocatore essenziale. Il pronostico è apertissimo.

La sfida più attesa è quella dello Stade de France (Sky Sport 1, 17:45). Francia-Irlanda è il match che tutti aspettavano e potrebbe decidere le sorti del torneo. Si affrontano le due grandi favorite, entrambe capaci di battere gli All Blacks nei test match d’autunno. Con Fabien Galthié alla guida i coqs hanno ritrovato una consistenza che per troppo tempo sembrava svanita. E’ una squadra giovane, fisicamente debordante e capace di dare spettacolo. Antoine Dupont è in questo momento il miglior mediano di mischia del mondo e tutta la trequarti unisce potenza e qualità. L’Irlanda ha impressionato nella sua partita d’esordio contro i gallesi per l’assoluta efficacia del suo gioco: velocità di esecuzione, pulizia delle ruck, gestione delle fasi di gioco, sostanza. La regia di Jonathan Sexton è stata esemplare, ma il trentaseienne mediano di apertura, cento e passa presenze in nazionale, domani non sarà in campo per un problema al ginocchio. Lo sostituisce Joe Carbery, uno molto bravo, ma Johnny è un’altra cosa.

DOMENICA tocca all’Italia. Con gli inglesi non siamo mai riusciti a vincere. Ci siamo andati vicini un paio di volte, mai però così vicini da poter dire “meritavamo noi”. Nel 2012 all’Olimpico finì 19-15 ma Roma era sepolta sotto la neve e forse questo evento così inatteso sorprese anche i nostri avversari. L’Inghilterra non passa un buon momento. Sabato scorso si è vista sfilare dalle mani la Calcutta Cup in maniera rocambolesca ma di questo può incolpare soltanto sé stessa. Sta di fatto che l’umore è pessimo e coach Eddie Jones è finito nel mirino della critica. Nonostante l’altissimo livello del campionato inglese sono in molti a ritenere che la squadra non abbia una chiara fisionomia. Rispetto al match di Edimburgo finiscono in panchina il veterano Ben Youngs, il trequarti Elliot Dally e Cowan-Dickie, colpevole dell’errore che ha consegnato la vittoria agli scozzesi. E Mario Itoje viene spostato in terza linea, scelta che ha fatto storcere il naso a molti. L’Inghilterra, insomma, è un po’ un cantiere aperto, ma questo clima di incertezza non dovrebbe impedirle di sbarcare a Roma e portarsi a casa l’intera posta, punto di bonus compreso.

L’Italia perde il giovane Menoncello (in meta contro la Francia) e schiera al suo posto Federico Mori. Braam Steyn torna titolare in terza linea (Negri va in panchina) e Pietro Ceccarelli parte dal primo minuto. Il match sarà un banco di prova per la tenuta fisica e mentale della squadra azzurra: con gli inglesi il ritmo è sempre altissimo. Sotto esame è anche la nostra mediana: la prestazione di Paolo Garbisi e Stephen Varney contro i francesi è stata molto criticata.

Italia: Padovani; Mori, Brex, Zanon, Ioane; Garbisi, Varney; Halafihi, Lamaro, Steyn; Ruzza, Cannone; Ceccarelli, Lucchesi, Fischetti.

Inghilterra: Steward; Malins, Marchant, Slade, Nowell; Smith, Randall; Dombrandt, Curry, Itoje; Isiekwe, Ewels; Stuart, George, Genge.

Tv: Sky sport 1 e Tv8, 16:00.