«L’anno termina e ricomincia illuminato da una lampada tempestata da vetri multicolore dentro una nicchia ricavata tra le antiche costruzioni di Petra scavata e modellata nelle pareti da evidenti e ritmici colpi di scalpello», scrive Francesco Impellizzeri (Trapani 1958, vive e lavora a Roma) nel taccuino dalla copertina rossa e nera che ha con sé durante il viaggio in Giordania e Siria. La pagina accanto è riservata al disegno acquerellato che traduce le parole in visione. Suggestioni d’altri tempi, si direbbe. Come non pensare agli schizzi acquerellati tra la scrittura leggermente inclinata di Eugène Delacroix al seguito del conte Charles...