Francesco Boccia (Pd): «Padoan subalterno su Mps e le banche»
Intervista Il presidente della commissione Bilancio alla Camera: «Trovo incomprensibile l'entusiasmo di Padoan sull'operazione Mps, anche perché è tutta da capire e siamo solo all'inizio. In questi due anni non ho trovato il ministero dell'Economia all'altezza della sfida di mettere in sicurezza il sistema bancario italiano». «Tutti i governi dal 2008 a oggi hanno sottovalutato gli effetti della recessione sulle banche». «Condivido la politica fiscale di Renzi, ma sulle banche abbiamo idee divergenti»
Intervista Il presidente della commissione Bilancio alla Camera: «Trovo incomprensibile l'entusiasmo di Padoan sull'operazione Mps, anche perché è tutta da capire e siamo solo all'inizio. In questi due anni non ho trovato il ministero dell'Economia all'altezza della sfida di mettere in sicurezza il sistema bancario italiano». «Tutti i governi dal 2008 a oggi hanno sottovalutato gli effetti della recessione sulle banche». «Condivido la politica fiscale di Renzi, ma sulle banche abbiamo idee divergenti»
Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e dirigente del Partito democratico, torna a criticare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sul caso Monte Paschi di Siena (Mps). La critica si estende alle scelte politiche prese sul sistema bancario italiano da tutti i governi, dal 2008 a oggi.
Il fondo Atlante 2 riuscirà a salvare Mps?
Me lo auguro e farò di tutto perché accada. Solo che avrei fatto altre scelte facendo pesare di più il ruolo dello Stato. Renzi dice che questa è un’operazione di mercato. Non è del tutto esatto: lo Stato è presente dentro Atlante ed è il garante della parte più rilevante del finanziamento-ponte per Mps: Gacs e Cassa Depositi e Prestiti sono lo Stato, solo che non decidono niente. Questa impostazione è di «mercato» per modo di dire: i privati non rischiano e se va male paga lo Stato. È quello che combatto da anni.
Perché critica Jp Morgan, regista dell’affollato consorzio di banche che partecipano all’operazione Mps?
Le banche che intermediano il debito pubblico italiano, come Jp Morgan, Ubs, Merrill Lynch o Black Rock non possono pensare che l’Italia sia solo un supermarket. L’Italia è un paese che ha bisogno di investimenti, loro trattano 300 miliardi di debito pubblico all’anno, portando a casa da 2 a 3 miliardi di commissioni. E, da quando c’è l’ombrello della Bce, lo fanno anche senza rischio. Da loro mi sarei aspettato un bel contributo per Atlante. E invece troviamo solo soldi italiani. Spero che qualcuno dal Ministero dell’Economia glielo abbia chiesto.
Non è accaduto?
Vedo troppa subalternità culturale verso chi indossa cravattine fini, colletti lunghi e camicie slim-fit. Io sono abituato a non averla. L’operazione avrà affascinato le banche di affari, i soliti convertiti e raffinati avranno realizzato un po’ di commissioni. Vedremo se servirà a mettere in sicurezza l’intero sistema bancario italiano ed europeo.
Lei critica il ministro dell’Economia Padoan. Lo ha definito «inadeguato» sulla crisi bancaria.
Il mio dissidio con Padoan è sul ruolo dello Stato. Sarebbe stato più opportuno far aumentare la quota della Cassa Depositi e Prestiti nel fondo Atlante e chiedere alle banche di mettere la restate parte del denaro. Con soldi veri: da 10 a 20 miliardi, oltre i 4-5 di Atlante. Stiamo facendo un prestito per comprare del tempo e permettere a Mps un aumento di capitale. Ma il prestito si basa sulle garanzie dello Stato. Se dev’essere lo Stato a metterci la faccia, allora la metta fino in fondo e detti le regole del gioco. Le scelte del Mef sono invece improntate al vorrei ma non posso, al dico e non appaio. Sono convinti che questa operazione abbia risolto i problemi del sistema bancario. Lo spero, sono pronto a chiedere scusa. Ma temo che non funzionerà.
Non è indifferente che queste cose le dica lei, come presidente della commissione Bilancio alla Camera. Il dissidio riguarda altre scelte del governo sulle banche?
Con Renzi sono d’accordo sulle misure fiscali. Sul funzionamento del sistema bancario abbiamo idee divergenti. Al tempo della riforma delle popolari mi ero permesso di dire che aveva senso prima smaltire le sofferenze, poi consolidare il sistema bancario, e solo dopo fare la riforma delle banche popolari e delle Bcc. La recessione ci consegna, e di qui le responsabilità dei ministri economia Padoan compreso, sofferenze che sono passate da 40 miliardi nel 2007 ai 200 miliardi nel 2016. Non è colpa del governo Renzi, ma la crisi si è consolidata mentre i ministri dicevano che andava tutto bene.
Monti ha attaccato Renzi e ha respinto l’accusa di non essere intervenuto nel 2012 sulle sofferenze bancarie. Chi ha ragione?
Renzi sbaglia a scaricare le responsabilità sui due governi precedenti. La responsabilità di avere sottovalutato gli effetti della recessione sulle banche ce l’hanno tutti i ministri dell’economia dal 2008 al 2016. Le banche mettevano la polvere sotto il tappeto, ai governi faceva comodo, ma le sofferenze crescevano. Monti dice cose inaccettabili. Sarebbe stato più onesto dire di avere sottovalutato gli effetti della recessione sulle banche. Negli stessi mesi il governo tedesco interveniva pesantemente con soldi pubblici. Come mai loro si e noi no? Non eravamo più bravi. Bastava leggere le relazioni di Bankitalia o dell’Abi dal 2008 per capire la situazione.
Come giudica il capitalismo bancario italiano?
Mps purtroppo finisce nell’archivio storico della malagestio delle banche italiane in cui si incrocia la parte peggiore e la parte furfantesca del capitalismo italiano: CredieuroNord della Lega, Banca Etruria, le banche venete, il Banco di Sicilia, il Banco di Napoli. Gli incroci malati ci sono sempre stati. Mi auguro che non si rifacciano oggi con vestiti nuovi, anche magari in buona fede, gli stessi errori.
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