Francesca Pascale: «Fi cambi alleanze, oggi il pericolo è la destra»
Intervista «Respingere una barca di disperati è una cosa che grida vendetta davanti a qualsiasi dio, una schifezza del genere con Berlusconi non sarebbe mai successa»
Intervista «Respingere una barca di disperati è una cosa che grida vendetta davanti a qualsiasi dio, una schifezza del genere con Berlusconi non sarebbe mai successa»
«Non mi sarei mai aspettata di parlare con un giornale così lontano dalle mie idee politiche anche se vicino per altri punti di vista come il rispetto dei diritti umani e civili». Francesca Pascale fino al 2018 fa era la compagna di Silvio Berlusconi e signora di Arcore, incontrava i potenti e seguiva riunioni al vertice. In questi anni ha cambiato tutto (vita privata, quotidianità, amicizie, taglio di capelli) tranne due cose. La prima: «sono sempre stata e rimasta una donna di destra»; la seconda è il desiderio di partecipazione politica, «di fare bordello», dice sorridendo in napoletano. Lei ritiene davvero di aver avuto una grande scuola. E, visto il quadro generale, le qualità per impegnarsi.
«Al momento non mi sento rappresentata da nessuno, a ogni tornata elettorale ho sempre più difficoltà a votare. Ci vorrebbe nei partiti un profondo cambio generazionale e culturale. Anche se per la prima volta ci sono due donne ai ruoli apicali, Meloni e Schlein, non mi sento a mio agio: essere femmina non va automaticamente bene se non hai una visione della società». Il governo attuale, dice Pascale,«vive in un perenne 1922» e ha una leader che«sui generi ha idee più vetuste di Fini». «Mi mette in imbarazzo Meloni, la rispetto per il suo ruolo ma non capisco come non riesca ad essere chiara sui saluti romani e le celebrazioni del ventennio che saranno anche pagliacciate ma si stanno rinvigorendo perché hanno un governo amico».
Nei giorni scorsi Pascale ha firmato il referendum contro l’autonomia differenziata e si è iscritta all’Anpi. «Sono riconoscente ai partigiani e alle partigiane che mi hanno reso oggi una donna libera. Non è da comunisti rispettare l’Anpi e festeggiare il 25 aprile, dovrebbe essere un sentimento comune verso chi ci ha liberato dal nazifascismo, così come rispettare le donne che hanno lottato per l’aborto e le altre conquiste civili». Deve essere quanto meno straniante stare a destra con queste posizioni e Pascale non lo nega ma sembra anche abbastanza intelligente da capire che questo può essere anche il suo punto di forza. «Questa destra illiberale mi repelle, la storia della patria è stupida: troverai sempre uno più sovranista di te, come Orban». Ma anche la i concetti di Dio e famiglia («sono ipocriti») non la convincono: «Respingere una barca di disperati che cercavano aiuto è una cosa che grida vendetta davanti a qualsiasi dio, una schifezza del genere con Berlusconi non sarebbe mai successa». Rivendica di non avere mai voluto incontrare Salvini nei suoi anni da first lady, «altrimenti finiva male, prima di tutto perché sono meridionale, poi perché sono donna, terzo: sono bisessuale e una consumatrice illegale di cannabis; penso tutto il peggio di lui, ha portato la politica italiana in un baratro».
Pascale pensa che ci sia tutto un mondo di destra che questi conservatori non riescono a coinvolgere: «Se sei liberale o omosessuale, ogni cosa che fai viene vista come estremista o di sinistra se non aderisci ai valori di Salvini e Meloni, questa cosa mi far star male». Per questo è scesa, metaforicamente, in campo e non è certo per la sua relazione affettiva con il tycoon a farla tentennare. «Ho sempre detto le stesse cose, adesso sto imparando a usare la curiosità che suscito. Su Berlusconi e le donne si è detto tutto, troppo, tanto, anche per colpa sua, ma io non idolatro il santo. Mi hanno chiesto di candidarmi e ho rifiutato in passato anche perché Mara Carfagna, che è bravissima, ha subito troppo. Se sei una donna e fai politica accanto a Berlusconi automaticamente passi per una poco di buono». Desidererebbe una Forza Italia, partito che ritiene «il suo», meno timida. «Sta con questa destra becera, sarebbe meglio se si alleasse con partiti dalla radice antifascista e che capisse che la società è più avanti della classe dirigente: alle domande che si fa la politica su Lgbtqia+, minoranze, diritti, Ius Scholae, la società ha già risposto». «Lo dico da appassionata e non da politologa, a Fi serve un’alleanza totalmente diversa. Tre decenni fa Berlusconi aveva creduto nel centrodestra ma aveva leadership, credibilità, lungimiranza. Oggi i rapporti di forza si sono invertiti e il problema non è più arginare le sinistre ma le destre estreme che in tutta Europa stanno avanzando».
Qualche mese fa, in una intervista aveva dichiarato che se Marina e Piersilvio Berlusconi avessero preso in mano il partito lei avrebbe «attaccato i manifesti ai muri». In questi mesi i due fratelli hanno fatto più di una mossa, sempre discreti ma non può felpati, possibile che non abbiamo fatto un ragionamento su di lei? Ai tempi dei casting per i politici, Berlusconi senior non se la sarebbe lasciata scappare. «Le cose importanti si fanno in silenzio».
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